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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Una storia propria, l’Intelligenza Artificiale e le allucinazioni.

Ho letto con piacere la news Allucinazioni e pensiero creativo (insostanza, 28 marzo 2023).
Avrei voluto saperne di più ma la fonte bibliografica è in inglese e io frequento solo la lingua madre. Per fortuna ci sono autori stranieri tradotti e uno di questi è Sigmund Freud che da qualche parte ha scritto: “Se volete saperne di più interrogate la vostra esperienza personale o i poeti”.
Mio marito è un uomo di scienza e qualche sera fa ha fatto un esperimento con l’intelligenza artificiale; ha rivolto una domanda e “questa” ha risposto immediatamente,snocciolando assieme una fonte bibliografica. Il mio caro coniuge è andato subito a verificare e quella bibliografia non esisteva.
Allora ha scritto all’intelligenza artificiale: “La bibliografia che mi hai dato non esiste”
L’Intelligenza ha subito risposto: “Scusa. Ecco! ” e ha inviato una seconda bibliografia che lo stesso non risultava vera.
Allora, spazientito, ha scritto: “Neanche questa bibliografia esiste e tu mi stai facendo perdere tempo!”.
L’intelligenza artificiale ha così risposto “Scusa! mi dispiace ma io sono solo un’assistente virtuale!”.
Ci ha fatto tenerezza!
Queste bibliografie inesistenti, mi ha poi spiegato mio marito, che ha studiato un po’ l’intelligenza artificiale, si chiamano in gergo tecnico ‘allucinazioni’ e che l’intelligenza artificiale le produce per “farci contenti”.

Chi continua a scrivere non è un uomo di scienza ma una donna di studi umanistici, ed anche a me è capitato di avere a che fare con le allucinazioni e i processi creativi per far piacere a qualcuno. Era la fine di maggio del 1989.
Frequentavo la facoltà di Filosofia a Siena. Mi piaceva tantissimo il professore di Storia della filosofia antica e medievale. Bravissimo. Tutto ciò di cui parlava in qualche modo mi riguardava. Ricordo che ci chiese una tesina di Storia della Filosofia Medievale ma io non ero capace di farla. Mi dispiaceva tantissimo e allora gli scrissi.
Era un elaborato di 7 o 8 pagine (dal titolo “Present” , secondo il significato inglese di dono) con tutte citazioni che amavo di Elias Canetti tratte da La provincia dell’uomo, con assieme un segnalibro sul quale avevo scritto l’unica cosa mia: La verità di un sogno è stabile come un segnalibro. Gli spedì l’elaborato in forma anonima.
I giorni a seguire mi sentivo, più che euforica, mi sentivo in estasi. Felice.
Non sapevo quanto la posta avrebbe impiegato a consegnare il mio plico.
Così una mattina uscii con la macchina per comprare le sigarette e decisi di continuare il viaggio.È stato in assoluto il più bel viaggio della mia vita. Irripetibile e irripetuto che non aveva niente a che vedere con lo smorto viaggio all’LSD fatto quando ero più giovane. Nel maggio dell’89 le macchine rosse come quella del mio amico medico e le macchine azzurre, come quella del mio professore, mi proteggevano, come angeli anonimi, nel mio libero andare.
Un viaggio solitario, dove io senza paura, mi fermavo dove volevo, a contemplare il mondo.
Le risaie allagate, sulla Siena-Grosseto, viste dal margine di un bosco, mi ricordavano altro; o accarezzare un cane in riva al mare a Pescia Romana. Tutto era poesia.
Tutto era Licthung in senso heideggeriano.
Arrivai a casa dai miei genitori. Altro bellissimo viaggio con mio padre nelle campagne circostanti. Tornata a Siena ridevo da sola al supermercato con le confezioni colorate di formaggini.
Tre elaborati creativi: il primo fu il Present per far piacere al professore, il secondo Il Viaggio da sola per far piacere a me stessa, il terzo Il Viaggio con mio padre per fare piacere ad entrambi.
In realtà, deliri allucinatori.
Poi il tracollo nella paranoia con regressione…per questo episodio dell’89 mi hanno levato gli antipsicotici solo tre mesi fa.
Spero di esservi stata utile.

Storia firmata.
Siena 19 aprile 2023.