Marijuana concentrata o concentrato di THC (wax)

dott. Giuseppe Montefrancesco

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Marijuana concentrata o concentrato di THC (wax).

Questo tipo di marijuana era in uso qualche anno fa ma è meglio definire il tutto come concentrato di TCH.
La marijuana concentrata è un materiale in apparenza simile al burro o al miele, di colore tendente al giallo.
A seconda del metodo di estrazione applicato, le trame e i colori possono variare notevolmente, da appiccicoso e scuro (detto olio di miele) a dorato (detto cerume o wax) o altre sfumature di colore.

Tale composto è estremamente ricco di THC unico principio attivo ad azione psicotropa presente dei prodotti della cannabis – con un range di concentrazione tra il 40 e l’80%, quindi molto di più di quanto è presente nella marijuana o nell’hascisch attualmente sul mercato, che pure ne sono provvisti a volte sino al 30 %.
I nomi da strada utilizzati negli Stadi Uniti sono: 710 (il numero deriva dal termine OIL capovolto e poi scritto al’inverso) cerume, olio di miele, budder (che non significa burro ma assomiglia a butter), butano, vetro nero ed anche errl. Wax (cera-cerume) è comunque un termine con cui è già spesso definito anche in Europa.

Come si usa 
Assieme al cibo o bevande ma soprattutto viene fumata mediante pipe all’acqua per haschisc e compatibili con il wax. Molti consumatori preferiscono vaporizzare il concentrato con le sigarette elettroniche perchè non causa fumo, ma vapore, non ha odore (profumi) ed è facile da nascondere. In sostanza si può fumare in varie circostanze e senza insospettire l’ambiente vicino. Una piccola quantità di concentrato viene riscaldata dalla sigaretta elettronica e immediatamente si ottengono gli effetti della sostanza. La procedura viene detta negli Stati Uniti dabbing o vaping. Oltre a concentrare il THC la procedura concentra anche i pesticidi o le micotossine prodotte dalle muffe o altro estraibile e questo è stato osservato nelle analisi di laboratorio.

Gli effetti
Gli effetti sono quelli propri ed attesi dal THC ma particolarmente forti e quindi vi è un elevato pericolo di stati di paranoia, ansia, attacchi di panico, allucinazioni, tachicardia, ipertensione arteriosa. Non ultimo lo sviluppo di stati di dipendenza o stati astinenziali. Tutto ciò è ovvio e prevedibile. La concentrazione è talmente elevata che bisogna attendersi il verificarsi di tali effetti collaterali oltre a quelli voluti. Si potrebbe dire che l’esperienza non èper giovani fumatori a bassa tolleranza e scarsa abitudine.

Come si ottiene
Il processo di estrazione del THC dalla cannabis avviene di solito mediante il butano o altri gas compressi.
Il butano è un solvente apolare e si lega bene con le sostanze lipofile come il THC ma è molto pericoloso perchè rapidamente infiammabile.
La cannabis viene triturata, spezzettata finemente o macinata e riposta all’interno di (provette) tubi di vetro o di plastica con un filtro ad una estremità.
Il butano viene spinto forzatamente nella parte aperta della provetta e così attraversa la cannabis e il THC presente viene estratto e il filtrato scivola in un recipiente.
Il recipiente con il filtrato e il butano viene poi riscaldato per far evaporare quest’ultimo che però come gas può causare violente esplosioni.
Oltre a concentrare il THC la procedura concentra anche i pesticidi, le micotossine prodotte dalle muffe o quanto altro estraibile, tutto ciò rilevato in analisi di laboratorio.

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Fonte www.dea.com cannabis.info