Gli editoriali

a cura del prof. Montefrancesco

Mancano i padri

Mancano i padri. Ci sono troppe madri a gestire la sofferenza. Non voglio dire che i padri manchino di autorevolezza. In questo sono altrettanto bravi sia le madri che i padri. Ma mancano le figure maschili.
In particolare. Manca il maschio.
Questi padri – noi padri- sono nascosti dietro i ruoli del lavoro, del fare soldi e nelle loro ordinarie funzioni dicono di sì.
Il padre diventa una roba che sta dentro un mutuo. Quando parlo coi miei pazienti, sento le voci delle madri ma non sento mai le voci dei padri. Mancano i padri e i figli hanno un atteggiamento da orfani. Orfani presunti, orfani dell’indirizzo paterno. Quindi vendicano e rivendicano quanto non hanno avuto. Rivendicano il diritto alla irresponsabilità, alla incontinenza comportamentale. Osano tanto perché tanto non c’è nessuno a guardare. E’ come se la componente maschile mancasse di forza o di indicare una via psicologica. Il padre non è solamente colui che assicura stabilità economiche e realtà para-affettive.
E’ colui che può dare indirizzo. Quale indirizzo? I padri non riescono a fare contratti coi figli. Sono confusi dall’idea che esiste solo amorevolezza e non seria, adulta, contrattazione.
In sostanza manca la figura di chi riesce ad insegnare la realtà del contratto nella vita. Nella vita puoi fluttuare quanto vuoi ma sei dentro un contratto relazionale, con i suoi pesi e misure.
E questo te lo spiegano i padri. Esiste l’onestà, il rispetto, la doverosità della contrattazione ed anche la fierezza della riuscita. Poi la libertà è sposare il tuo desiderio. Ma qualsiasi scelta è all’interno di un contratto; e questo non è mai gratis.
I padri hanno perso la capacità di dare l’indirizzo dell’adultità che si conquista nella coscienza che molto esiste fuori da noi. Perchè i padri forse non contrattano più nella vita ma sono dipendenti da qualcuno o da qualcosa, parte passiva di contratti realizzati da altri. In questo modo non insegnano a dipingere una libertà di qualità. Non riescono ad insegnare come si fa. L’orgoglio e la vanitàdi saperlo fare. Quindi il loro allievo diventa orfano, manca di esempio e si perde. Gli rimane solo la forma della provocazione. Cercare il padre con le provocazioni, nell’idea che fermarlo possa dire instaurare un rapporto. Un altro contratto. Finalmente giusto. Forse ora, i padri, non dovrebbero fare figli. O semplicemente non devono avere paura di diventare orfani. Loro.
giuseppe montefrancesco