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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Oppioidi nella depressione grave

Una nuova ricerca dimostra che l’uso di una associazione di due oppiacei, la buprenorfina e il samidorphan, può essere vantaggiosa nel trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore resistente alla monoterapia antidepressiva.
“Questi risultati supportano l’ipotesi che nella depressione maggiore può esserci un ruolo significativo di disregolazione dei sistemi oppioidi e offrono un potenziale terapeutico della modulazione di questi”, secondo gli autori, guidati da Maurizio Fava, MD, Dipartimento di Psichiatria, Massachusetts General Hospital e Harvard Medical School, Boston.

Lo studio multicentrico, in doppio cieco, ha riguardato 142 pazienti con disturbo depressivo che comunque hanno continuato il trattamento con i farmaci antidepressivi che utilizzavano ossia inibitori della ricaptazione della serotonina o antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina. A questi sono stati aggiunti a random buprenorfina e samidorphan, a dosi rispettive di 2 mg e 2 mg o dosi di 8 mg e 8 mg o placebo. Al termine di 4 settimane di trattamento, quelli che ricevono un trattamento con dosaggio 2 mg / 2 mg di buprenorfina / samidorphan hanno mostrato miglioramenti significativamente maggiori rispetto a quelli trattati con la dose maggiore di 8 mg / 8 mg dei due farmaci o con placebo. Gli eventi collaterali più frequenti sono stati nausea, vomito e vertigini , come accade durante l’uso di oppiacei; tali effetti sono stati più rilevanti a con le dosi maggiori. Non vi sono stati segni di tendenza all’abuso.

La nuova formulazione degli oppioidi, soprannominato ALKS 5461 (sotto Develpment da Alkermes, Inc), A? costituito da una singola compressa sublinguale che viene assunto una volta al giorno. E ‘stato progettato per superare questi ostacoli attraverso l’inclusione di samidorphan, un potente mu-oppioidi antagonista del recettore, che è stata aggiunta per bloccare l’abuso e dipendenza associata all’uso di buprenorfina. Sostanzialmente è come il Subxone in cui l’associazione è tra la buprenorfina e il naloxone (Narcan). È comunemente utilizzata nei SerT come trattamento sostitutivo a breve, medio o lungo termine negli eroinomani. Ogni compressa di Subxone contiene 2 mg di buprenorfina cloridrato e 0,5 mg di naloxone cloridrato diidrato. (ndr) La combinazione della buprenorfina con un antagonista dei recettori mu-oppioidi dovrebbe diminuire o addirittura potenzialmente eliminare il potenziale abuso ed inoltre a causa dell’antagonismo mu, i pazienti non dovrebbero avvertire l’effetto euforizzante tipico degli oppioidi. La ricerca ha ovviamente suscitato interesse sia perché la depressione resistente è questione cosi importante che nuovi indirizzi terapeutici sono sempre attesi e sia perché questa nuova associazione evita l’uso degli antipsicotici aggiuntivi; con questi ultimi seguono problemi in termini di aumento di peso e di discinesia tardiva, soprattutto con la quetiapina o l’aripiprazolo.

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Fonte Maurizio Fava, M.D. et al., American Journal of Psychiatry. Volume 173, Issue 5, May 01, 2016,