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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Vomito continuo e ripetuto; la cannabis

La cannabis ha tante virtù, assieme a delle lievi pericolosità.
La stessa è di certo utile in varie condizioni di malattia, ad es. in stati di cachessia perché induce la fame, nel controllo del dolore spastico o nel ridurre il vomito che spesso si presenta in corso di trattamento antitumorali.
L’uso della cannabis e i suoi derivati, come antiemetici, avviene presumibilmente per azione antagonista sia sui recettori serotoninergici (5-HT3) presenti nel nucleo del tratto solitario quanto sui recettori dopaminergici D2.

Straordinariamente accade però che la stessa pianta (che risolve il vomito) può causare uno stato di iperemesi ovvero indurre vomito incoercibile, irrisolvibile, continuo e ripetuto.
Il meccanismo che determina il vomito nei consumatori abituali di marijuana pare poter essere imputato ad una perturbazione dell’equilibrio tra effetti pro e antiemetici, tale da indurre il “paradosso” del vomito. Si ipotizza, in sostanza, che la continua sollecitazione provocata dall’uso di marijuana stimoli i recettori CB1 periferici (ovvero quelli presenti esternamente al SNC e, nel caso, quelli in zona gastro-enterica), e ciò potrebbe rallentare lo svuotamento gastrico, condizione che, se protratta, può costituire forte stimolo alla emesi. In realtà potrebbero entrambe le azioni, centrali e periferiche, favorire i ripetuti episodi di vomito ed il dolore addominale.
Questa circostanza è stata già altre volte descritta in letteratura.
Secondo le opinioni essa è correlata ad un uso “pesante” di cannabis.
Di norma il quadro si risolve entro 2-3 giorni.
L’anamnesi è negativa per patologie, gli esami ematici sono nella norma e la sintomatologia trattata con ondansetron e metoclopramide (comuni antiemetici) non viene risolta dai due farmaci.
E’ presente al contrario positività nelle urine al THC o tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis che induce i ricercati effetti psicotropi.
La componente più interessante dei casi è che l’uso ripetuto di docce o bagni di acqua calda paiono  interrompere il vomito, oltre che non fumare la cannabis. La redistribuzione del flusso sanguigno dall’intestino al tessuto epiteliale, indotto dai bagni caldi, potrebbe forse allontanare i cannabinoidi dai siti CB1 gastrointestinali e ridurne così gli effetti da questi indotti quando presenti in elevate concentrazioni.