Vomito continuo e ripetuto; la cannabis
La cannabis ha tante virtù, assieme a delle lievi pericolosità.
La stessa è di certo utile in varie condizioni di malattia, ad es. in stati di cachessia perché induce la fame, nel controllo del dolore spastico o nel ridurre il vomito che spesso si presenta in corso di trattamento antitumorali.
L’uso della cannabis e i suoi derivati, come antiemetici, avviene presumibilmente per azione antagonista sia sui recettori serotoninergici (5-HT3) presenti nel nucleo del tratto solitario quanto sui recettori dopaminergici D2.
Straordinariamente accade però che la stessa pianta (che risolve il vomito) può causare uno stato di iperemesi ovvero indurre vomito incoercibile, irrisolvibile, continuo e ripetuto.
Il meccanismo che determina il vomito nei consumatori abituali di marijuana pare poter essere imputato ad una perturbazione dell’equilibrio tra effetti pro e antiemetici, tale da indurre il “paradosso” del vomito. Si ipotizza, in sostanza, che la continua sollecitazione provocata dall’uso di marijuana stimoli i recettori CB1 periferici (ovvero quelli presenti esternamente al SNC e, nel caso, quelli in zona gastro-enterica), e ciò potrebbe rallentare lo svuotamento gastrico, condizione che, se protratta, può costituire forte stimolo alla emesi. In realtà potrebbero entrambe le azioni, centrali e periferiche, favorire i ripetuti episodi di vomito ed il dolore addominale.
Questa circostanza è stata già altre volte descritta in letteratura.
Secondo le opinioni essa è correlata ad un uso “pesante” di cannabis.
Di norma il quadro si risolve entro 2-3 giorni.
L’anamnesi è negativa per patologie, gli esami ematici sono nella norma e la sintomatologia trattata con ondansetron e metoclopramide (comuni antiemetici) non viene risolta dai due farmaci.
E’ presente al contrario positività nelle urine al THC o tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis che induce i ricercati effetti psicotropi.
La componente più interessante dei casi è che l’uso ripetuto di docce o bagni di acqua calda paiono interrompere il vomito, oltre che non fumare la cannabis. La redistribuzione del flusso sanguigno dall’intestino al tessuto epiteliale, indotto dai bagni caldi, potrebbe forse allontanare i cannabinoidi dai siti CB1 gastrointestinali e ridurne così gli effetti da questi indotti quando presenti in elevate concentrazioni.
Anche un nuovo studio (febbraio 2025) conferma il quadro clinico; pare inoltre suggerire che gli utilizzatori giornalieri di cannabis e che abbiano iniziato nell’adolescenza presentano un rischio più elevato di sviluppare questa sindrome che tra l’altro induce ripetuti ricoveri in ospedale
In questa ricerca il sondaggio ha interessato 1.052 persone che hanno dichiarato di soffrire di sindrome da iperemesi da cannabinoidi. I ricercatori hanno posto domande sulla frequenza di utilizzo, sulla durata dell’abitudine, sull’età in cui hanno iniziato a usare la droga e sulla necessità di recarsi al pronto soccorso o di cure ospedaliere.
I principali risultati dello studio sono stati:
– l’uso quotidiano di cannabis prima dell’insorgenza della sindrome era pressoché presente in tutti: oltre il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver fatto uso di marijuana più di 5 volte al giorno.
– l’uso prolungato era comune: il 44% riferiva di averne fatto uso regolarmente per più di 5 anni prima dell’insorgenza della sindrome.
– L’85% ha riferito almeno una visita al pronto soccorso e il 44% ha riferito almeno un ricovero ospedaliero associato ai sintomi dell’iperemesi.
Una ricerca condotta nel 2023, su partecipanti con sospetta sindrome da iperemesi da cannabinoidi, reclutati dal pronto soccorso durante un episodio sintomatico, ha sostanzialmente confermato che la circostanza clinica era dovuta ad un consumo elevato di cannabinoidi.
Tra i pazienti, durante gli episodi sintomatici e i periodi asintomatici, non è stata osservata differenza nella concentrazione di THC; al contrario differenza è stata rilevata tra i metaboliti del THC.
Ovviamente lo studio riporta che sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio l’influenza del metabolismo e delle concentrazioni di THC sul vomito ciclico sintomatico.
La sindrome da iperemesi da cannabinoidi è comunque una condizione poco conosciuta ed il personale sanitario dovrebbe essere consapevole di questa condizione e quindi fare diagnosi differenziale in soggetti con una storia di forte abuso di cannabis.
Va sempre considerato che nel mondo la cannabis è sempre più utilizzata sia per usi terapeutici che ludici.
g. montefrancesco
g. franchini infermiera
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Fonti
– Andrew C. Meltzer et al., Cannabinoid Hyperemesis Syndrome Is Associated With High Disease Burden: An Internet-Based Survey, Toxicology/brief research report, Articles in Press February 20, 2025
– Jennifer E. Williamson, et al. Cannabinoid Hyperemesis Syndrome: Cyclical Vomiting Behind the Cloud of Smoke, 2014
– D.A. Patterson et al., Cannabinoid hyperemesis and compulsive bathing: a case series and paradoxical pathophysiological explanation, J Am Board Fam Med, 23 (6) (2010), pp. 790 – 793
– Rachel S. Wightman et al., Cannabis Use Patterns and Whole-Blood Cannabinoid Profiles of Emergency Department Patients With Suspected Cannabinoid Hyperemesis Syndrome, Ann Emerg Med. 2023; 82:121-130