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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dipendenza da cocaina: quali i trattamenti efficaci?

Attualmente non ci sono farmaci approvati dall’FDA indicati per il trattamento della dipendenza da cocaina.
Diverse sostanze registrate per altre patologie (es. baclofen, modafinil, tigabina, disulfiram e topiramato) hanno mostrato una certa promettente efficacia ed in “trials” clinici controllati sono stati in grado di ridurre l’uso della cocaina; in particolare, tra questi, il disulfiram (usato nel trattamento dell’alcolismo) ha prodotto la più consistente diminuzione del consumo di cocaina.
Comunque, le attuali conoscenze su come questa sostanza agisca sul cervello, stanno indirizzando l’attenzione dei ricercatori verso nuovi target per lo sviluppo di farmaci efficaci per il trattamento della dipendenza da cocaina.
E’ allo studio un vaccino che ne previene l’ingresso nel cervello e che promette una riduzione del rischio di ricadute. Riguardo a tale soluzione uno studio del National Institute on Drug Abuse (NIDA) condotto su 115 pazienti e pubblicato in ottobre 2009 su Archives of General Psychiatry, riporta una sostanziale riduzione (38%) del consumo di cocaina nei pazienti vaccinati. I risultati ottenuti, secondo i ricercatori, potrebbero indirizzare verso questo nuovo approccio al trattamento della dipendenza da cocaiana; l’azione del vaccino è quella di  stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi anti-cocaina che legandosi alla sostanza nel sangue ne impedirebbero il successivo passaggio nel cervello e quindi ne bloccherebbero gli effetti euforici centrali. Un follow-up  a 24 settimane ha dimostrato che il vaccino è sicuro ma ha comunque una efficacia limitata. Così commenta i risultati dello studio il Dr. PD Friedmann del NIDA: “Il vaccino sembra ridurre, ma non eliminare, l’uso della cocaina in una minoranza  di soggetti dipendenti ovvero in colori i quali si sviluppa una alta risposta anticorpale ; al contrario il vaccino mentre mostra una ridotta efficacia nei soggetti che hanno avuto una risposta anticorpale bassa.
La possibilità di un reale utilizzo clinico del vaccino sarà possibile quando avremo vaccini in grado di indurre risposte anticorpali più efficienti, più robuste e che inoltre richiedano interventi di vaccinazione meno frequenti (nello studio riportato, ai pazienti, nell’arco di 3 mesi, il, vaccino era stato iniettato 5 volte). Un effetto non previsto, ma osservato, è che, in alcuni tossicodipendenti, il vaccino può incrementare il consumo di cocaina fino a più di 10 volte nel tentativo di superare  la barriera  anticorpale e ottenere gli effetti desiderati”.

In conclusione, da quanto detto sopra emerge che ancora non abbiamo a disposizione trattamenti realmente efficaci contro la dipendenza da cocaina ed in questo contesto le nuove frontiere sono rappresentate dalla farmacogenomica che si prefigge di trovare terapie su misura legate al codice genetico dell’individuo. Intanto  per quanto riguarda il vaccino per la cocaina riportiamo le parole del Prof. Antonello Bonci: “Un vaccino per la cocaina. Ma non vorrei che passasse un messaggio sbagliato. Se ne parlerà forse, fra vent’anni. Nel frattempo state alla larga dalla droga. Ogni droga.”

Bibliografia Martell BA et al., Archives of General Psychiatry, 2009, 66(10):1116-1123. NIDA, Research Report Series, Cocaine: abuse and addiction.  
Dr.ssa Daniela Cerretani, ricercatrice