Amfetamine e metamfetamine in breve

dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Amfetamine – Metamfetamine

Le amfetamine sono dei composti la cui struttura chimica è simile agli stimolanti naturali dell’organismo: adrenalina, noradrenalina, dopamina e serotonina. Questi psicostimolanti sono numerosissimi (molto facili da sintetizzare), mimano l’azione del sistema nervoso simpatico e perciò detti anche simpaticomimetici.
Tra esse troviamo ad es.: l’amfetamina, la metamfetamina, il metilfenidato (Ritalin), l’efedrina.
Oltre che sostanze d’abuso, le amfetamine sono essere utilizzate a fini terapeutici in vari disordini:
—  narcolessia, obesità, deficit dell’attenzione o come decongestionanti nasali.
L’asma è stato uno dei motivi che hanno spinto alla sintesi di amfetamine.

Esse si presentano in molte forme (polveri, compresse, capsule, cristalli), si usano in molti modi (ingerite, iniettate, sniffate, fumate o anche per via anale), sono molto potenti sia ai fini terapeutici che in quelli d’abuso. Danno tolleranza e dipendenza fisica e psicologica. Frequentissime sono le ricadute.
In vari periodi storici si sono avute epidemie del consumo di amfetamine, negli anni ’20, durante la guerra o dopo. Attualmente vi è grande preoccupazione per l’abuso epidemico di metamfetamine negli Stati Uniti e nel Sud Est Asiatico.

Le persone usano le amfetamine per diverse ragioni (soprattutto a fini produttivi, per lavoro); alcuni per sentirsi particolarmente su o ballare tutta la notte, altri per stare svegli per un lungo periodo di tempo, migliorare la performance nello sport o nel lavoro o aumentare la stima e fiducia in se stessi; riducono la stanchezza e aumentano la resistenza e con esse non si avverte la fame o la sete. Ottimizzano le condizioni dell’organismo per produrre, fare, lavorare; semplicemente è come doparsi.

Le metamfetamine
, capaci di indurre più alti livelli di dopamina, danno una maggiore sensazione di benessere, piacere e buon umore; vengono consumate soprattutto per questi effetti euforizzanti e sono meno “indicate” a fini produttivi.
I rischi sono elevati e conseguenti alla loro potente capacità di provocare il rilascio in grande quantità di adrenalina o dopamina, disponibili per un tempo lungo a iperstimolare le normali funzioni da esse controllate.
Immaginare l’organismo spinto da una iperstimolazione che può durare sino a 36 ore rende  idea dei devastanti effetti sul fisico, sulla psiche e sul comportamento.