Dove abita la felicità; come raggiungerla.
Con i pazienti non ho mai discusso della felicità.
Sempre di stati alterati, di malessere o di straordinario benessere. Di come stare bene, di come organizzare la vita per ”svoltare”, un termine per far capire un augurabile cambiamento.
In ogni caso, a ben vedere, si anelava una felicità che il più delle volte stava semplicemente nella normalità, senza i drammi dell’inseguimento di una sostanza che permetteva di non pensare, di avere un breve benessere ma che sempre tradiva.
Quindi, in fondo la felicità era tra le parole dette solo che altalenava di nascosto e non si faceva mai prendere.
Allora, dove si nasconde la felicità ?
l segreto della felicità risiede dentro di noi, nella società, o in entrambi.
Le persone da sempre si sono interrogate sulla felicità ovvero dove risieda il segreto o più specificatamente quali sono i fattori che ne facilitano la sua maggiore espressione.
Un nuovo studio dimostra che la felicità può provenire da dentro o da influenze esterne, come il lavoro, la salute, le relazioni e le circostanze materiali, da entrambe o da nessuna delle due, e comunque varia da persona a persona.
Peraltro, è di assoluta rilevanza comprendere quali siano le fonti della felicità perché queste (se giuste) possono dare indicazioni per interventi efficaci; ad es. iniziative come il Rapporto Mondiale sulla Felicità mirano a migliorare il benessere in tutto il mondo.
In linea generale si può dire che esistono due, tre principali modelli di felicità.
Per il modello “dal basso verso l’alto” la felicità deriva da circostanze esterne ovvero dalla nostra (maggiore o minore) soddisfazione in ambiti della vita come la ricchezza, un lavoro piacevole e relazioni appaganti.
Indagini come il World Happiness Report tendono a seguire questo modello, suggerendo che miglioriamo la felicità a livello sociale, ad esempio attraverso politiche che migliorino il reddito delle persone o la qualità ambientale, piuttosto che intervenendo su fattori intrinseci a un individuo.
In un altro modello la felicità, cosiddetto “dall’alto verso il basso“ suggerisce, al contrario, che la felicità scaturisce da atteggiamenti e da qualità personali; ciò implica che possiamo migliorare la nostra condizione migliorando il nostro stato mentale attraverso pratiche opportune o terapie, piuttosto che intervenire su fattori esterni.
Come ha suggerito il capo della ricerca dott. Beck: “Tutti conosciamo persone che hanno vissuto eventi traumatici e che, invece, sembrano essere felici”.
Inoltre, i sondaggi hanno dimostrato che, in diverse popolazioni, il divario di felicità presente tra gruppi di persone è solo parte attribuibile a fattori come la ricchezza e l’aspettativa di vita.
Esiste anche un terzo modello che è bidirezionale: le influenze dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso interagiscono tra loro per generare una complessiva felicità.
Da questa prospettiva, agire sia su fattori intrinseci o anche esterni dovrebbe migliorare il benessere.
In realtà il nuovo studio pubblicato su Nature Human Behaviour dimostra che la felicità può provenire da dentro o da influenze esterne, da entrambe o da nessuna delle due e comunque varia da persona a persona. In sostanza il lavoro propone una prospettiva di felicità personalizzata, suggerendo che le determinanti della felicità e le conseguenze della stessa sono specifiche per ciascun individuo, piuttosto che essere le stesse per tutti.
La dimostrazione di quanto proposto è avvenuta monitorando per più di 30 anni, 40.000 individui di varia nazionalità tedeschi, britannici, svizzeri, olandesi e australiani.
È quindi importante sottolineare che gli interventi sono molto efficaci se sono adattati alle esigenze individuali.
Quindi per migliorare la felicità nella società, le politiche devono tenere conto sia di fattori esterni come salute, reddito, alloggio e lavoro, sia di qualità individuali come la resilienza personale e lo scopo della vita. Si possono anche migliorare i fattori esterni ma se ciò viene proposto ad individui la cui felicità non è determinata da questi, l’intervento potrebbe essere comprensibilmente del tutto inefficace.
Tutti questi parametri si alimentano a vicenda e quindi non vanno trattati separatamente.
g.montefrancesco
Fonte
Emorie D. Beck et al., Towards a personalized happiness approach to capturing change in satisfaction, Nature Human Behaviour, 02 May 2025.