Numerosi sono gli sforzi di ricerca tesi alla identificazione di geni associati all’alcolismo negli adulti. Sono pochi, invece, gli studi rivolti ad esaminare per lo stesso comportamento gli adolescenti, un limite, dato che l’influenza di geni ed ambiente sull’alcolismo variano durante lo sviluppo. In un articolo in corso di pubblicazione (Miranda et al 2009), A? stata studiata l’associazione tra un polimorfismo (p.A118G: rs1799971) del gene che codifica per il recettore A� degli oppioidi (OPRM1) e la vulnerabilitA� alla dipendenza dall’alcool negli adolescenti. Tale variante (la variante G) A? noto produrre cambiamenti per l’affinitA� del recettore ai suoi ligandi (lega i suoi ligandi, le b-endorfine, tre volte piA? strettamente. van den Wildenberg et al 2007) ed A? stata giA� indagata in differenti popolazioni, risultando associata all’alcolismo negli adulti (Nishizawa et al 2006; van der Zwaluw et al 2007).
Nello studio di Miranda et al. non solo si conferma tale associazione anche negli adolescenti ma si ipotizza anche una possibile spiegazione del comportamento di abuso. La variante G A?, infatti, presente nel 51.9% dei ragazzi con disturbi legati all’abuso di alcool, e solo nel 16.3% dei soggetti controllo: una differenza altamente significativa. Inoltre, i portatori della variante G associano l’uso dell’alcol con uno stato di benessere maggiore di quanto osservato nei portatori della variante A.
Una sensazione di benessere che potrebbe rappresentare una motivazione a reiterare un’esperienza che, invece, gli adolescenti portatori della variante A non sentono cosA� gratificante.
Questi dati costituiscono una prima evidenza che il gene OPRM1 risulta associata con lo sviluppo di problemi dovuti all’abuso di alcool A�durante l’adolescenza che, almeno in parte, sembrano correlati ad una maggiore e geneticamente determinata sensibilitA� agli effetti di rinforzo positivo che si associa all’uso.
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