Le storie

dott. Giuseppe Montefrancesco

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Pallavolo e Red Bull

Salve mi chiamo Anna e volevo raccontarvi questa storia accaduta qualche settimana fa. Io sono un’allenatrice di pallavolo e in questo periodo siamo in pieno campionato. Tutte le mie giocatrici sono molto convinte di fare ottimi risultati poiché ci giochiamo la promozione in B.

Già da tempo avevo notato che alcune di loro erano un po’ cambiate da quando ho iniziato ad allenarle…le vedevo sempre più convinte, agguerrite, aggressive e nervose. Ho sospettato che facessero uso di qualche sostanza, perché in campo non mi danno l’idea di essere tranquille e di divertirsi ma di dover annullare l’avversario. Spesso è accaduto anche che ci fossero degli attacchi isterici e d’ira in campo per un punto non assegnato o un offesa di troppo dagli spalti. Insomma, vi scrivo, perché mi sento colpevole di non aver avuto la capacità di prevenire quello che poi è successo. Potevo far emergere il problema parlando con i genitori per esempio, ma non me la sono sentita. Ho pensato anche che le ragazze siano così perché è normale ad una certa età tra i 18 e 21 anni…ed invece la sirena dell’ambulanza, in un giorno di campionato, mi ha svegliato.

Una mia allieva, tra le migliori, ad un certo punto della partita si è sentita male…ha creduto che stesse per avere un infarto, ha avuto come un attacco di panico…era spaventata, sudava…blaterava cose a caso, sconclusionate. Diceva che stava per morire….era totalmente smarrita. Abbiamo cercato di calmarla ma non c’è stato modo,fino al punto di chiamare un’ambulanza per portarla all’ospedale. Dopo il fatto ho subito interrogato le ragazze nello spogliatoio…ed è venuto fuori tutto. Da tempo alcune di loro, per prepararsi alle partite bevevano circa 4 o 5 red bull a pranzo senza mangiare nulla. Abbiamo poi saputo che la ragazza si era spaventata della tachicardia troppo forte e da lì il grande spavento. Non ci posso ancora credere che siamo arrivati fino a questo punto…forse non ho trasmesso i valori dello sport, forse ho dato per scontato che le ragazze hanno bisogno di fiducia in se stesse e non di sostanze per migliorare le loro prestazioni. Sono molto triste ed abbattuta.

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