Gli editoriali

a cura del prof. Montefrancesco

Epigenetica

Io non dormo molto la notte. Mi accompagnano verso il sonno l’aiuto di A? compressa di lorazepam, un cerotto nasale, che apre le alette del mio naso, e la radio.Tutti e tre considero una grazia di dio; mi portano a letto e, nel rituale che l’insieme impone, mi avviano ad un distacco dal mondo che giunge adorabile. Poi mi addormento; poi l’auricolare della radio mi sveglia con i mille argomenti che sento e che mi cullano e soprattutto non mi fanno ripensare. Al contrario, se l’argomento èmolto interessante mi sveglio completamente. Comunque prima di farlo chiedo ancora aiuto a radio radicale o a radio maria; dicono tante cose loro.
Stamani ho sentito dell’epigenetica: è da un pò di tempo che questo termine mi gira intorno. In verità le prime volte che sono entrato in un luogo più difficile del mio lavoro risale a molti anni fa e riguardava appunto il valore del genoma umano nella comprensione della biologia della dipendenza. Nella sequenza dello stesso (nella variazione di alcuni geni) si potevano forse trovare indicazioni del rischio individuale od anche perchè altri erano resistenti, meno vulnerabili all’addiction. Secondo la letteratura, la componente genetica nel rischio individuale di divenire patologicamente dipendente variava tra il 40 e il 60%. Era tanto e comunque dava una immagine statica, ferma del processo. La vulnerabilità interessava taluni, seppure tanti evidentemente, e non altri.

Poi giunge l’epigenetica.Eric Nestler un professore di neuroscienze aveva già prodotto uno splendido articolo su Nature(vol. 409, 15 february 2001) sul rapporto addiction e geni e ne ha fatto un altro bellissimo su Scientific American, dicembre del 2011. Stamani, nel dormiveglia, sento dire nella mia radio che il Sole 24 ore pubblicava un articolo di A. Codignola sull’argomento, dal titolo: L’eredità soft che deriva dallo stile di vita. Perfetto. Parlava dell’epigenetica, un insieme di reazioni che non alterano la struttura del DNA ma che possono influenzare sia l’espressione genica sia ciò che viene trasmesso. Ancora più precisamente Nestler riporta: le modificazioni epigenetiche possono anche modificare il comportamento materno in modo tale che gli stessi comportamenti vengono passati ai nascituri anche se non trasmessi dalla linea germinale. Ma chi, quali cose, quali avvenimenti possono scatenare tale cambiamento? Prima di tutto il cambiamento è possibile proprio perché è nostra la capacità di reagire alla vita, all’ambiente, adattarci plasticamente ad esse. Poi perché vi sono accadimenti che mutano il nostro percorso, ci cambiano. Sono questi episodi sia potenti o anche perché si ripetono (od entrambi) che innescano, in una complessa interazione ambiente-patrimonio genetico, esattamente il meccanismo epigenetico.
Le droghe sono tra gli esempi più chiari di ciò. Esse sono inattese, sono potenti, scatenano tutte le energie, mutano l’ambiente che viviamo psicologicamente, hanno tutte le virtù per farci diversi.E tutto questo non riguarda solo coloro i quali abbiamo definito di maggiore fragilità genetica; tale cambiamento in corsa, per le ragioni prima dette, non esclude nessuno. Ma se questo meccanismo può riguardare le nostre dannazioni lo stesso può darci libertà. Se l’ambiente esterno sta mutando in maniera importante, piccoli gruppi chimici (epigenetic marks) posti all’esterno del DNA indirizzano il lavoro di questo, permettendo di trascrivere o cancellare certi prodotti (proteine). Quindi progressivamente cambiamo perchè si aprono e si chiudono contemporaneamente dei percorsi. E così andiamo verso il cambiamento. Talvolta poco possiamo rispetto a taluni regali che la storia o la nascita ci presentano ma non siamo costretti da un destino ineluttabile.
L’epigenetica è lo strumento per cui l’ambiente può cambiarci. La motivazione a cambiare è tutta nostra, intimamente nostra. Concludo: nello stesso giornale nella parte dell’inserto che riguarda la Scienza e filosofia – Di che natura è Constant di Gilberto Corbellini – si può leggere: “Contrariamente a quel che la nostra ingannevole coscienza ci fa credere, essere politicamente di sinistra o di destra non dipende tanto da una libera scelta ma da disposizioni psicologiche che per almeno il 40% sono controllate dai geni.
Si, ma c’e l’epigenetica ! Possiamo cambiare partito se vogliamo   Dr. Giuseppe Montefrancesco