Gli editoriali

a cura del prof. Montefrancesco

Eroina e Philip Seymour Hoffman.

Ago nel braccio e accanto due bustine con i marchi Asso di Picche e Asso di Cuori.
Sembra si facesse di eroina solo di recente, e che avesse ripreso a usare sostanze, prima pillole e poi cocaina, dopo 23 anni di sospensione degli abusi. Non si faceva da quando aveva 22 anni. I giornali spendono parole per raccontarci fatti e frasi salienti di una vita, per cogliere le fratture nella condizione di felicità che noi spettatori attribuiamo alle persone famose: era solo nonostante il successo e la solitudine può essere spesso condizione di infelicità profonda. A noi resta sottolineare, come anche nelle nostre storie, il fatto che malgrado abbia vissuto in 23 anni tanti momenti di infelicità profonda, come capita a tutti noi, per lui, ad un certo punto, il ricordo della roba è tornato, ossessivo come possono esserlo i ricordi di un piacere intenso e risolutivo. La scorciatoia alla soddisfazione immediata che non si lascia dimenticare perchè la roba pesante lascia impronte indelebili nella memoria.
La memoria degli avvenimenti straordinari è indelebile e quindi viene rievocata costantemente sia nella vita normale, che chiede avidamente eventi straordinari, sia nei momenti di infelicità o di particolare felicità; di questi, il primo perchè cerca compenso, mentre il secondo cerca un rafforzamento della felicità.
Il cervello è strutturato per essere eccessivo, per essere Dio, per cogliere qualsiasi occasione conveniente, ovunque essa sia, e l’eroina offre tutto questo anche a chi ne ha già in abbondanza. A questa naturale tensione all’eccesso si aggancia la memoria degli intensi piaceri provati. Questo meccanismo è la causa delle ricadute e delle recidive.
Philip Seymour Hoffman è morto. Poteva essere un nostro paziente.
Dr.ssa Carla Caterina Rocchi