Gli editoriali

a cura del prof. Montefrancesco

Non si può fumare in pace !

Non so come fare questo editoriale; voglio parlare di quanto viene riprodotto sui pacchetti di sigarette e non so se farlo con serietà o scherzare. Quindi mi avvio a scrivere senza certezza del tragitto da fare. Un principio che mi hanno insegnato e che ho imparato con l’esperienza clinica è che le dipendenze non sono mai regolate dal prezzo e dalle conseguenze sulla salute. Non è possibile arrestare il mercato dell’eroina, le sigarette, l’alcol, la cocaina e qualsiasi altro tipo di sostanza buona per intossicarsi con aumenti di prezzo, anche esagerati, o mostrando i danni agli organi e financo la morte per uso non morigerato (sic). Questo era anche l’inizio da apprendere perchè la forza del fenomeno sembrava annullare ogni possibilità di intervento per l’effetto autolesivo di un comportamento inarrestabilmente appetitivo e consumatorio. Perché uno deve farsi tanto male ? Perché c’era molto di più; non c’era solo il governo assoluto da parte di sostanze estranee ma una strutturale, affascinante e necessaria fragilità del comportamento umano. Tale fragilità, in costante dis-equilibro tra pulsioni e raziocinio, comunque sostiene motivazioni, decisionalità e in fondo la libera volontà di agire. Questa libera volontà di agire è  inarrestabile, nel bene e nel male. Quindi a che serve quanto vediamo esposto ? A niente.

La rappresentazione truculenta della morte, i ferimenti insanguinati, gli organi esposti e spappolati, le orribilità corporee, morti ammazzati ed altre infinite sfumature di horror sono riquadri comuni e sono ovunque. Dentature mostruose per colore e forma, tipo coccodrillo, non mancano nella esposizione. Le metamfetamine fanno questo in modo mirabile e specifico. Cercate su google e ne vedrete delle belle. Le immagini, adatte solo ad un pubblico adulto o a medici legali che fanno gli attori, occupano quasi completamente la produzione cinematografica dove il morto o i morti, per ragioni interne alla storia, sono parte dello spettacolo o lo spettacolo stesso. Le guerre attuali, come ci mostra la tv, con la loro capacità chirurgica spezzano gambe, recidono genitali e lasciano tutto il resto intatto, giusto il tempo di essere ripreso da qualche inviato speciale. Cosi uno muore dissanguato e famoso. I bambini, tra le ore 14 e le 15, muoiono al meglio del denutrimento mentre tu stai mangiando e ti senti male e non guardi. E cosi su su fino all’inferno dove ci hanno detto che i morti sono tutti squartati, dolenti e brutti a vedersi.

Tutto questo ha fatto effetto ? Non credo. Le malattie nel loro crudo profilo estetico sono rivoltanti; ci spaventano un poco, forse pensiamo anche, ma siamo subito soverchiati dall’impatto emozionale e così non indulgiamo riflessivi su quanto viene minuziosamente esposto.  Ci illudiamo che a noi non accadrà ma soprattutto annulliamo di pensare alle relazioni causali perchè queste metterebbero in pericolo il nostro libero arbitrio. Se posso dire, a mio giudizio, hanno quasi sempre effetto contrario e non so che effetto abbiano sul resto dell’azione; appunto niente, credo. Certamente non voglio scusare tutto e tutti con il concetto dell’assoluta libertà individuale e decisionale. Finirei per scusare qualsiasi mostruosità. Voglio solo dire dell’inefficacia o della debole efficacia di interventi di questo tipo, di estrema debolezza rispetto all’avversario da combattere.
Quali consigli data l’inutile speranza di scatenare reazioni salutari a partire da visioni così disgustose ?
Allora credo che si potrebbe proporre:
– un pacchetto che si auto combustiona con immediato dolore alla mano destra o mancina a secondo il modo di usare l’accendino
– un pacchetto che auto combustionando si brucia anche il consumatore e in questo modo si eliminano le due parti contraenti il diabolico contratto, sigaretta e fumatore. Questa è vera guerra alla droga. Milioni di morti !
– riportare dettagliatamente il meccanismo d’azione della nicotina sui recettori alfa4-beta2 e dei rimedi farmacologicamente utili, tipo Champix che sembra la marca di un bagno schiuma più balsamo per capelli con forfora; anzi mettere qualcuno che ha perso i capelli a furia di fumare ostinatamente
– stampare l’icona di un santo protettore per cui il fumatore può stare certo che niente gli potrà accadere. Sant’Antonio da Padova, ad esempio non starebbe male. In un paese vicino a quello dove sono nato la ricorrenza festiva del Santo si onora con un gran falò, alto sino a 20 metri; c’è tanto fumo intorno eppure non succede niente a nessuno.

Infine si potrebbe anche tentare una innovativa risoluzione al problema. Lo Stato dovrebbe premiare quelli che cercano di smettere di fumare. Con del denaro. Una volta che un fumatore è stato accertato e patentato, costui può continuare a fumare e quindi spendere per il suo vizio finchè non decide di smettere. Alla decisione seguiranno controlli mensili del suo stato di salute e verificato che non compra nè fuma più sigarette (neanche di nascosto) verrà concessa una specie di piccola pensione, pari a quanto spendeva prima.
Non meno di 80 euro al mese, numero politicamente importante nel nostro Paese. Un massimo di 400, come è il valore della generazione attuale. Perchè in fondo il libero arbitrio è libero se gli conviene.
montefrancesco giuseppe