Domande

dott. Giuseppe Montefrancesco

Responsabile del sito
Dott. Giuseppe Montefrancesco

[ VAI a tutte le DOMANDE ]

Cannabis e cannabinoidi; usi medici. Parte 2a

Con il termine “uso medico della cannabis e dei cannabinoidi” si fa riferimento a un’ampia varietà di preparati e prodotti (esempi nella Fig. 1), che contengono differenti principi attivi  e che si possono utilizzare con diverse vie di somministrazione.
Sebbene in pratica alcuni dei termini in quest’area siano spesso usati in modo generico, le distinzioni tra loro hanno implicazioni sia normative che mediche, quindi è importante definire tali differenze.

Nel considerare le diverse forme di preparati di cannabis e cannabinoidi per uso medico, deve essere fatta una importante distinzione tra quelli che hanno un’autorizzazione al loro commercio (per uso medico) e quelli che non ne sono provvisti. Avere un’autorizzazione all’immissione in commercio significa che per quel prodotto ad uso medico è stata presentata una domanda ad una autorità di regolamentazione che, dopo aver valutato la domanda, ha concesso l’autorizzazione. Questo di norma implica che il prodotto è stato sottoposto a numerosi studi clinici e che il farmaco è stato testato per la sicurezza, l’efficacia e gli effetti collaterali. Le autorità di regolamentazione considerano anche se il prodotto è stato essere lavorato, assemblato secondo un richiesto livello di qualità. In questo rapporto, utilizziamo il termine “prodotto ad uso medico” per indicare quei prodotti (derivati da piante o sintetici), contenenti cannabinoidi, che sono provvisti di un’autorizzazione all’immissione in commercio. Al di fuori dell’Unione Europea, altri termini, come “licenza del prodotto”, “approvazione della droga” o “certificato di registrazione”, possono essere utilizzati per fare riferimento a una “autorizzazione all’immissione in commercio”.

Sempre in questa pubblicazione, il termine “preparati dalla cannabis” viene utilizzato per indicare gli articoli, derivati dalla pianta di Cannabis sativa per uso medico, che non dispongono di autorizzazione al loro commercio.
Questi possono includere:
– la cannabis grezza,
– le cime fiorite,
– la resina compressa o haschisc
– gli olii estratti dalla pianta;
– gli estratti concentrati di cannabis;
– altri preparati della cannabis, come i gel morbidi, le tinture o quelli commestibili.

La cannabis grezza (è la pianta e suoi componenti tale e quale come sono presenti in natura; non trasformate) può essere trasformata da un farmacista in una preparazione magistrale (una preparazione galenica) atta al consumo secondo una prescrizione medica specifica per un singolo paziente; oppure la cannabis grezza potrebbe essere già stata trasformata dal produttore (ad esempio in capsule) in lotti più grandi (preparazioni di cannabis standardizzata).
Esempi di preparazioni standardizzate di cannabis includono preparazioni di:
— fiori di cannabis, come Bedrocan; granulati, come Bediol;
— estratti di olio, come il Tilray (l’olio per ingestione orale di questa ditta canadese, che produce tanti prodotti della cannabis, può presentarsi con una elevata concentrazione di THC o di CBD o anche avere entrambe le sostanze in equilibrio, tipo 10:10)

I preparati della cannabis possono variare notevolmente nella composizione, a seconda, ad esempio, della varietà di cannabis, delle condizioni di crescita e di come vengono conservati. Ciò significa che può essere difficile testare la loro efficacia negli studi clinici. In questo rapporto, il termine “uso medico della cannabis” indica l’uso di preparati di cannabis a scopi medici attraverso il fumo, la vaporizzazione o l’ingestione orale
(vedere “Uso medico dei preparati di cannabis – modi di consumo” alla fine del presente articolo).

I cannabinoidi sono sostanze presenti nella pianta della cannabis che agiscono su specifici recettori nel cervello e nel corpo umani (NASEM, 2017); sono i principi attivi presenti sia nei medicinali derivati dalla cannabis sia nei preparati di cannabis.
I due più ampiamente studiati sono il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD), ma alcuni degli altri 102 cannabinoidi e terpenoidi presenti nella cannabis possono avere usi medici (Russo e Marcu, 2017).
I cannabinoidi si trovano anche nel corpo umano (endocannabinoidi), ma quelli consumati per uso medico possono provenire dalla pianta di cannabis (cannabinoidi di origine vegetale, noti anche come fitocannabinoidi) o essere sintetizzati in laboratorio (cannabinoidi sintetici). I cannabinoidi sintetici possono legarsi ai recettori dei cannabinoidi e / o produrre effetti simili ai cannabinoidi (Institute of Medicine, 1999; Iversen, 2007). La loro struttura chimica potrebbe non assomigliare a quella dei cannabinoidi presenti in natura.

Numerosi medicinali (farmaci) contenenti cannabinoidi sono stati autorizzati alla commercializzazione.
Quelli più comuni sono:
Marinol e Syndros  (principio attivo – dronabinolo)
(1 Il dranabinolo è indicato per (1) anoressia associata a perdita di peso nei pazienti con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) e (2) nausea e vomito associati a chemioterapia antitumorale, di solito, dopo che i precedenti trattamenti non sono andati a buon fine .
Cesamet e Canemes (principio attivo – nabilone).
Sono capsule orali contenenti un cannabinoide sintetico simile al THC. L’indicazione principale per il loro uso è nausea e vomito associati alla chemioterapia, di solito dopo che i precedenti trattamenti hanno fallito (Abuhasira et al., 2018).
Sativex (principio attivo – nabiximolo).
E’ una formulazione contenente quantità approssimativamente uguali di THC e CBD da due estratti di cannabis. Questo prodotto, che viene spruzzato all’interno della guancia o sotto la lingua, è stato autorizzato per il trattamento della spasticità muscolare derivante dalla sclerosi multipla (Iversen, 2007; Russo e Guy, 2006).
Epidiolex (principio attivo – cannabidiolo).
Compresse per ingestione orale di CBD di origine vegetale indicata per il trattamento di convulsioni associate alla sindrome di Lennox-Gastaut o alla sindrome di Dravet in pazienti di età pari o superiore a 2 anni.

(1) Marinol e Syndros contengono entrambi THC sintetico (dronabinol).
Tuttavia, il “dronabinolo” può talvolta riferirsi a capsule orali o a una soluzione orale contenente, sempre, THC sintetico.

La seguente pubblicazione tratta dei preparati e prodotti a base di cannabis di cui è consentito l’uso medico in almeno 1 Paese.

Negli ultimi anni, prodotti a base di cannabis (ad esempio erbe, canapa e oli) sono stati offerti in vendita aperta in negozi in diversi paesi dell’UE, sulla base dell’affermazione che hanno un effetto psicoattivo scarso o nullo perché contengono livelli molto bassi di THC e quindi non sono controllati dalle leggi nazionali sulle droghe. A volte vengono definiti prodotti “cannabis light”. A volte, affermando di essere ricchi (avere elevate concentrazioni) di CBD, si presume siano buoni per “la salute e il benessere”. Questi non rientrano nell’ambito della presente trattazione, perchè non sono stati resi disponibili, per uso medico, in alcun quadro normativo.

Uso medico di preparati di cannabis – Modalità di consumo
Una questione importante nella fornitura di preparati di cannabis per uso medico è il modo in cui questi possono essere consumati.
La via più rapida di assunzione, è di mischiare in una sigaretta la cannabis a base di erbe o la resina di cannabis con il tabacco e di fumarla: fare uno spinello (è questo il modo tradizionale di consumo per gli utenti ricreativi).
Quando il fumo, dai polmoni passa nel flusso sanguigno, gli effetti del THC sul cervello si avvertono in meno di 1 minuto. I danni associati al fumo di tabacco sono ben noti. Anche se dalle prove limitate disponibili risulta che fumare cannabis può essere un po ‘meno dannoso, può comunque danneggiare i polmoni.
Un dosaggio accurato è difficile anche quando si fuma cannabis.
Nell’Unione Europea, nessun Paese che consente l’uso medico di preparati a base di cannabis raccomanda di fumare come modalità di consumo.

Sono disponibili altri metodi di somministrazione più sicuri e più precisi, come:
la vaporizzazione al di sotto del punto di combustione,
l’infusione in acqua calda (“tè”)
– o l’introduzione (l’apposizione) di gocce di olio in bocca.
I prodotti commestibili di cannabis, come cioccolatini e prodotti da forno, sono diventati un importante metodo di somministrazione negli Stati Uniti.
L’ingestione di cannabis da edibili, da infusioni o capsule (la cinetica di assorbimento è orale, quindi presenta un certo ritardo) provoca effetti ritardati – gli effetti del THC si avvertono solo dopo 30-60 minuti – ma è possibile un dosaggio farmaceutico più accurato.

montefrancesco

Fonte

EMCDDA 2018 Medical use of Cannabis and cannabinoids.