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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Cocaina e genitali

Domanda
Cosa accade se il mio ragazzo strofina cocaina sul mio clitoride ?

Risposta

Della applicazione della cocaina sui genitali nessun paziente me ne ha mai parlato.
In realtà ho letto di questo nel miglior libro del mondo sulla cocaina, così si dice, “Karch’s Pathology of Drug Abuse”.
Secondo l’Autore: l’applicazione genitale e rettale di cocaina ha due finalità. Un assorbimento rapido tale che vengono raggiunti rapidamente alti livelli della sostanza nel sangue ed in più, se usata in questa maniera, la cocaina ha effetti anestetici nel luogo di applicazione. Decessi sono stati riportati dopo applicazioni vaginali.
Una donna morì dopo che il suo partner aveva ”soffiato” il fumo del crack** nella sua vagina.
Vi sono reports in letteratura che descrivono di donne decedute a causa dell’introduzione in vagina, per contrabbando, di sacchetti di plastica contenenti cocaina. L’applicazione genitale non riguarda solo le donne. Nel caso di uomini sono riportati casi di priapismo dopo l’applicazione della cocaina sul glande; questo può causare gravi complicazioni chirurgiche. L’applicazione rettale, comune tra gli omosessuali, può portare lo stesso a decessi. Diverse droghe, non solo cocaina, sono comunemente introdotte nel retto per facilitare il rilassamento degli sfinteri e la dilatazione anale.

Conclusivamente si potrebbe dire, considerando il clitoride un piccolo pene, che se viene strofinata cocaina in tale zona si dovrebbe ottenere un elevato turgore (priapismo) o forse un ridotto turgore perchè la cocaina è anche un potente vasocostrittore. Non so
Forse maggiore sensibilità o forse una ridotta sensibilità, considerando che la cocaina è un ottimo anaestetico locale...magari tutto è solo fastidioso. Non so.
Comunque sono pratiche di una certa pericolosità considerato che la cocaina non rimane solo in zona ma viene anche assorbita…….dovrei raccontarvi degli oculisti o degli otorino che un tempo se ne servivano ma poi i pazienti stavano male. Una lunga storia con feriti e a volte decessi.

dott. giuseppe montefrancesco

Fonte “Karch’s Pathology of Drug Abuse”, Third Edition, pag.23.

**Che cosa è il crack ?

Una volta sul mercato, dalla cocaina cloridrato è possibile preparare 2 altre forme note di cocaina che rendono fumabile la sostanza:
—  la cocaina base o crack
  la cocaina free-base.
Queste sono in realtà entrambe free-base (basi libere) perché non salificate con acido cloridrico, ma sono di differente” purezza”.

La preparazione di cocaina free-base comporta la dissoluzione (il disfacimento) della cocaina cloridrato in una soluzione acquosa alcalina, utilizzando ad esempio l’ammoniaca e quindi l’estrazione della cocaina base con etere o con un altro solvente organico. Dopo aver allontanato per evaporazione a caldo il solvente organico, si ottiene un residuo che è simile alla cocaina crack, ma di maggiore purezza, e che può essere fumato. La procedura di estrazione aumenta la difficoltà e la pericolosità (ad esempio, incendio) del processo di conversione tale che il crack è un modo più comunemente usato per fumare cocaina rispetto alla cocaina free-base.

La cocaina base o crack è costituita da cocaina cloridrato miscelata con una sostanza alcalina, come il bicarbonato di sodio o l’ammoniaca per convertirla in una base e quindi poter essere riscaldata. Ne risultano blocchi di cera o rocce (cristalli) di cocaina crack di minor purezza rispetto alla free-base perché manca il passaggio di estrazione con etere.
1 grammo di cocaina cloridrato è in genere convertita in 0,89 g (circa 900 mg, una resa molto elevata) di base di cocaina base o crack.
Dalla cocaina cloridrato, con ulteriori e differenti procedure, si può ottenere la cocaina pura, tipicamente in forma di scaglie (flake cocaine); è detta anche cocaina farmacologica perché corrisponde al procedimento seguito dall’industria. La purezza è sino al 99%.
E’ possibile infatti ottenere anche una cocaina completamente sintetica; il processo appare poco conveniente e non è stato mai utilizzato su larga scala.