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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Ragionare sotto l’effetto delle droghe

Se dovessi dire, io sottoscritto, sulla base solo della mia esperienza clinica, quali sono le droghe che più mi è parso influenzino negativamente la capacità cognitiva indicherei l’eroina e gli oppiacei in genere, l’alcol e in misura ridotta la cannabis per entrambe in rapporto alla quantità ingerita, se pure è questo concetto applicabile ad ogni cosa.
Tenete inoltre conto che le sostanze di cui tratto (nell’ambito della mia “specializzazione”) hanno finalità ludiche e non terapeutiche e che solo per questo vengono usate.
Il discorso diviene altro se dovessi trattare gli oppiacei od anche la cannabis rispetto al loro posto nei tanti ambiti patologici.
Indicherei inoltre con certezza gli allucinogeni e gli anestetici/dissociativi, tipo la ketamina o il GHB.
Gli allucinogeni hanno nella loro denominazione la capacità di non farci ragionare ma attualmente hanno riacquistato la fiducia della scienza in casi di elevato disagio mentale.

Ad una prima esposizione forse dovrei minimamente tralasciare gli stimolanti, in particolare le amfetamine, proprio perché queste (a differenza delle metamfetamine) hanno avuto ed hanno nel loro profilo quella di ottimizzare l’attenzione, la concentrazione e il pensiero razionale, come utilizzazione primaria; non ultima di superare i limiti della fatica. E’ noto l’uso da parte di studenti, in certi tipi di lavoro o da parte di chi è sottoposto a sforzi lavorativi prolungati.

Le metamfetamine hanno, al contrario, una finalità ludica con effetti che durano sino a 36 ore con alterazioni del pensiero, maniacalità, ossessività e comportamenti notevolmente aggressivi. Le incapacità cognitive sono osservabili sia in fase di intossicazione acuta che nella cronicità. Gli utilizzatori, valutati anche a distanza di mesi dall’astensione, continuavano a presentare deficit cognitivi. Quanto detto per le metamfetamine vale per i catinoni ovvero per tutte le nuove sostanze psicoattive (NPS) ad indirizzo stimolante o stimolante/allucinogeno.

La cocaina, secondo molti utilizzatori, ottimizza le capacità intellettive e sembra offrire una lucidità che consente di rispondere al meglio soprattutto in circostanze che richiedono rapide decisionalità. Questa sostanza è la più ingannevole tra le droghe proprio perché illude il consumatore di possedere qualità, in realtà, inesistenti.
Tra gli errori più frequenti che si verificano con la cocaina sono quelli relativi alle capacità previsionali. Lo stato di esaltazione che si verifica nella fase iniziale porta i consumatori a scelte molto spesso sconsiderate. E’ noto che moltissimi operatori di borsa hanno perso gran parte delle loro fortune proprio perché hanno scelto e previsto sotto l’effetto della sostanza.
Altre volte sono stati più fortunati perché, sempre lo stato di esaltante euforia, li ha resi temerari. Solo fortuna !!
Poi la cocaina agisce in media per una 20-30 di minuti ed in questo tempo si attraversano 4 tipiche fasi; euforia, disforia, paranoia, psicosi.
Pensate voi di poter fare bene e ben decidere se il vostro cervello ondula su e giù come in un cartone animato ?

Forse la sostanza che “aiuta” di più alla concentrazione in un compito è la nicotina.
Ha lo svantaggio di dare una elevata dipendenza e non ultimo lo sviluppo di tumori.
In questo caso basta scegliere.

g.montefrancesco