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dott. Giuseppe Montefrancesco

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La “fame chimica” della cannabis

I fumatori di cannabis raccontano spesso della fame o meglio di un potente desiderio di cibo che interviene nel rituale di fumare i prodotti della pianta.
Essi desiderano e apprezzano in modo particolare i cibi zuccherati e salati con forte impatto sul gusto (in inglese palatable foods o junk food) ma è soprattutto vero che qualsiasi tipo di cibo appare piacevole e squisito…persino l’acqua fresca, mi riferiva uno dei tanti pazienti che apprezzavano fumare.
Si mangia con piacere, voracemente e tanto. È la cosiddetta “fame chimica” (in inglese, i gut the munchies)

La ragione di questo comportamento alimentare, proprio nell’esperienza con la cannabis, appare avere due ragioni che si presentano contemporaneamente: un aumentato “senso della fame” per stimolazione da parte dei cannabinoidi (sia dei fitocannabinoidi che degli endocannabinoidi) dei recettori CB1 del centro dell’appetito ipotalamico ed assieme una potente stimolazione del sistema della gratificazione limbico (sempre per azione dei cannabinoidi).
L’atto di mangiare diviene allora particolarmente gustoso e soddisfacente perché accompagnato da un aumentato piacere.

L’effetto stimolante l’appetito è impiegato anche nei casi in cui necessita che individui deperiti ingeriscano cibo, ad es. nei pazienti oncologici, in quelli affetti da AIDS o nel disturbo alimentare dell’anoressia nervosa. Persino i neonati hanno bisogno dei cannabinoidi presenti nel latte per l’iniziazione della poppata, fondamentale per la sopravvivenza.
Gli endocannabinoidi sono stati rilevati nel latte materno e l’attivazione dei recettori CB1 sembra fondamentale per la suzione del latte da parte dei topi neonati, per attivazione della muscolatura orale.
(Third, endocannabinoids have been detected in maternal milk and activation of CB(1) receptors appears to be critical for milk sucking by newborn mice, apparently activating oral-motor musculature – The endocannabinoid- CB1 receptor system in pre and postnatal life. November 2004 European Journal of Pharmacology 500(1-3):289-97).

In ogni caso, considerata l’evidenza dell’azione oressizzante, una famosa azienda farmaceutica, qualche anno fa e al contrario, ha sintetizzato un farmaco per perdere peso, il rimonabant commercializzato in Europa con il nome di Acomplia. Era questo un antagonista dei recettori CB1 degli endocannabinoidi che bloccava il centro dell’appetito e il senso della fame.
E’ stato poi ritirato dal commercio per numerosi tentativi di suicidio conseguenti alla induzione da parte del farmaco di gravi stati depressivi.
Tutto ciò a confermare non solo il ruolo dei cannabinoidi nel procurare una fame piacevole e naturale ma l’assoluta importanza di questo sistema (e di tutti i cannabinoidi) nell’avviare e sostenere una condizione di benessere.

Quanto riportato spiega però in modo veramente succinto la complessa azione dei cannabinoidi sull’appetito ovvero sul mantenimento dell’equilibrio energetico che necessiterebbe di una trattazione ben più lunga….CB1…grelina (che stimola l’appetito e la cui massima concentrazione è nel digiuno o prima di mangiare)…leptina (che al contrario induce senso di sazietà ed è presente dopo aver mangiato).

A dare ulteriore spiegazione della forza che hanno i cannabinoidi di “spingere” verso una fame iperfagica ed anche selettiva, vi è uno studio recente pubblicato sulla rivista Current Biology (2023) e condotto sui vermi nematodi (C. elegans).
La ricerca riporta che queste sostanze amplificano, potenziano le preferenze verso fonti alimentari caloricamente concentrate e molto gustose, fenomeno detto della amplificazione edonica alimentare. Le preferenze sono peraltro aumentate verso i cibi preferiti e molto diminuite verso quelli non amati.

“Abbiamo scoperto che nei vermi nematodi la sensibilità di uno dei principali neuroni olfattivi che rilevano il cibo è fortemente aumentata dai cannabinoidi”, ha detto il dott. Shawn R. Lockery, direttore della ricerca. “Dopo l’esposizione ai cannabinoidi, i vermi diventano più sensibili agli odori dei cibi preferiti e meno sensibili agli odori dei cibi non graditi.
Questo effetto aiuta a spiegare i cambiamenti nel consumo di cibo da parte dei vermi nematodi e ricorda come il THC rende il cibo gustoso ancora più gustoso negli esseri umani.

Ovviamente, il contrario accade con le amfetamine, gli stimolanti in genere.
Con questi ultimi l’organismo è occupato ad operatività in cui l’interesse per il cibo viene e deve essere escluso. Fuggire, combattere, concentrarsi, lavorare a lungo…

g.montefrancesco

Fonte
Anastasia Levichev, Serge Faumont, Rachel Z. Berner, Zhifeng Purcell, Amanda M. White, Kathy Chicas-Cruz, Shawn R. Lockery. The conserved endocannabinoid anandamide modulates olfactory sensitivity to induce hedonic feeding in C. elegans. Current Biology, 2023; DOI:10.1016/j.cub.2023.03.013