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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Una politica sulle droghe più umana

Roberto Spagnoli – Editoriale
Nota antiproibizionista 12 febb 2024– ore 7,35
Radio radicale

Parliamo nuovamente del ruolo fondamentale delle amministrazioni locali nello sviluppo di politiche innovative in materia di droghe. Politiche che finalmente dichiarino finita una guerra fallimentare e insensata che è stata smentita dalle evidenze ed è priva di qualunque fondamento razionale e scientifico.
Il ruolo delle città fu compreso già oltre trent’anni fa con la risoluzione di Francoforte con cui nel 1990 i rappresentanti di Amburgo, Amsterdam, Francoforte e Zurigo fecero propria la strategia di riduzione del danno. Grazie all’impegno del Cora (Coordinamento Radicale Antiproibizionista) anche diverse amministrazioni locali italiane sottoscrissero quell’importante documento e infatti la terza conferenza delle città aderenti si tenne a Bologna nel 1992.
Alla carta di Francoforte fecero poi seguito quella di Praga del 2010, quella di Varsavia del 2016 e ora
Il Manifesto delle Guide Drugs (Trattare con le Droghe) che è stato lanciato al termine della conferenza:“Le città e la ricerca per la regolazione” che si è tenuta il 26 gennaio ad Amsterdam.

Noi, una coalizione eterogenea di amministratori politici, scienziati, rappresentanti della società civile siamo uniti nel creare una politica sulle droghe più umana. Ciò significa dare priorità al benessere di tutti coloro che sono colpiti dalle sfide multiformi dei mercati illegali delle droghe e dai relativi danni sanitari, sociali ed economici. Insieme ci concentriamo su un approccio integrato alle droghe che tenga conto della salute pubblica, dei diritti umani della giustizia sociale e della sicurezza. Inizia così, questo manifesto di Amsterdam che indica anche i principi che devono guidare una nuova politica delle droghe.

I contenuti del Manifesto si ritrovano nel documento fondativo di Elide, la Rete delle città italiane per una politica innovativa sulle droghe che è stata promossa dalle amministrazioni di Torino, Milano, Bologna, Roma Napoli e Bari.
Il documento prende atto che il consumo di sostanze e le dipendenze rappresentano un fenomeno sociale ampio, diffuso, complesso e radicato; questo richiede dunque di mettere al centro le persone, lavorare sulla riduzione dei rischi dei danni e superare stigmi e stereotipi.
La Rete, nata lo scorso anno, ha cominciato a lavorare anche come luogo di confronto e di elaborazione tra Amministrazioni, operatori del terzo settore e rappresentanze sociali.
Per giungere ad una regolazione sociale dei consumi di sostanze e superare una volta per tutte la logica repressiva, punitiva e stigmatizzante, che ha caratterizzato e continua a caratterizzare la politica prevalente in materia di droghe, è necessario comprendere il fenomeno ed avere una comprensione corretta di ciò di cui si parla; una compressione basata sulle evidenze che guidi anche un approccio razionale in favore di politiche efficaci.

La droga di per sé non esiste.
Esistono sostanze psicoattive che sono tante e sono diverse fra di loro per caratteristiche, per effetti e per conseguenze. Alcune sono legali anzi sono anche magari accettate socialmente e culturalmente oppure sono impiegate come farmaci. Altre invece sono state vietate senza alcuna ragione valida.
Seconda questione: consumo uso problematico e dipendenza non sono la stessa cosa, non possono essere sovrapposte. Diversamente si finisce per ridurre tutto ad una dimensione patologica o peggio ancora penale di ordine pubblico e spesso purtroppo le due cose sono legate.
Altra questione cruciale è quella della libertà personale.
Non si possono ridurre efficacemente i rischi e i danni, prevenire l’abuso e la dipendenza se si nega l’autodeterminazione delle persone, se si negano i loro stili di vita.
Bisogna uscire dalla logica per cui esiste uno stile di vita sano, naturale e quindi a legittimo, diciamo così, mentre invece chi fa altre scelte è un deviante che come tale va represso, va punito magari va pure rieducato. E vi sono poi i contesti di emarginazione sociale che chiamano in causa la politica che deve essere in grado di offrire un sistema di servizi che assuma fino in fondo la prospettiva della riduzione del danno.

La riduzione del danno
, questo vale la pena di ricordarlo, dal 2017 è inserita nei LEA, i livelli essenziali di assistenza. Da quel momento ogni cittadino che consuma droga avrebbe dovuto vedersi garantire il diritto di tutelare, promuovere la propria salute e il proprio benessere e anche di prevenire i rischi e i danni potenziali correlati alle sostanze; tutto questo con il sostegno di interventi, di servizi, di prestazioni dedicati allo scopo. Da allora però poco è stato fatto e la riduzione del danno è rimasta disuguale tra regioni e tra città; e si è  dovuta misurare anche con i problemi dei bilanci pubblici con la riduzione delle risorse, con la progressiva erosione del sistema sanitario pubblico.

La Rete delle città italiane per una politica innovativa sulle droghe vuole accrescere il ruolo delle amministrazioni locali nel governo del fenomeno, assumere un ruolo guida sulle innovazioni necessarie e mettere in sicurezza il contesto urbano per quanto riguarda salute e inclusione sociale.
Garantire i diritti delle persone che usano droghe, garantire la convivenza, la vivibilità dello spazio urbano, il diritto di tutti ad avere una buona qualità della vita.
Promuovere il coordinamento con le forze dell’ordine anche per limitare interventi negativi sulla salute e l’accesso ai servizi e ridurre anche discriminazione ed esclusione.
E ancora promuovere sperimentazioni coinvolgendo diversi attori istituzionali e curare la fase di uscita dal carcere, di reinserimento delle persone che usano droghe e che sono o hanno subito conseguenze penali.
E ancora promuovere la prevenzione e la riduzione dei rischi ovvero un’educazione al consumo sicuro.

Ecco, la politica sarà all’altezza di tutto questo o continuerà a illudersi e a illudere di risolvere i problemi con divieti e punizioni in una spirale che si avvita su se stessa all’infinito senza mai riuscire a trovare una soluzione ?
Continuerà a parlare astrattamente, retoricamente di droga o finalmente metterà in campo strumenti efficaci per governare un fenomeno che direttamente o indirettamente tocca tutti i cittadini ?

Fonte
Roberto Spagnoli – Editoriale – 12 febb 2024, ore 7,35
Radio Radicale
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g. montefrancesco (per semplici correzioni del testo originale)