Ketamina

dott. Giuseppe Montefrancesco

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Ketamina

La ketamina cloridrato (clorofenil-metilamino-cicloexanone cloridrato) è un derivato della fenciclidina (PCP, polvere d’angelo “angeldust”); la sua struttura chimica e il meccanismo di azione sono simili a quelli del PCP ma è meno potente e ha una durata minore.
E’ stata introdotta come anestetico a meta degli anni ’60 e sostituiva la fenciclidina che aveva molti effetti collaterali. Oltre alla sua principale utilizzo in anestesia umana e veterinaria, la ketamina è stata anche impiegata in caso di grave e prolungato stato epilettico. In via sperimentale è usata nella depressione particolarmente resistente, così come alcune ricerche esplorano il quadro psicotico attraverso un cosiddetto “modello” ketaminico.

La ketamina è un farmaco e come tale è sempre pura; si presenta come una polvere bianca cristallina, solubile in acqua, in alcol e cloroformio.
Essa viene venduta per strada come liquido, in capsule o pillole. Per trasformare la forma liquida in polvere basta un microonde in modo da far evaporare la porzione liquida e così residua la polvere.
Può essere sniffata, iniettata, ingerita, o assunta per via rettale o anche fumata assieme ad altre sostanze come la marijuana.
Di norma essa viene sniffata come la cocaina; la via endovenosa è molto meno frequente; in entrambi i casi l’azione è molto rapida dai 30 secondi e meno di 5 minuti
(la rapidità d’azione di una qualsiasi sostanza è elemento che partecipa grandemente allo sviluppo di dipendenza).
Se ingerita o anche assunta per via rettale entra in azione dopo circa 20-30 minuti. Gli effetti permangono comunque da 1 a 3 ore (la sua semivita è breve 1-2 ore).
Tale durata d’azione, relativamente corta, d’altra parte può favorire il cosiddetto binge (ovvero la ripetuta utilizzazione di una droga, come accade con l’alcol o la cocaina, per risentire gli effetti) e il fatto che venga preferita ad allucinogeni con una durata d’azione piuttosto lunga; ad es. l’LSD o altri allucinogeni presenti nei funghi che diventano per l’utilizzatore assolutamente non controllabile e “pesanti”.
Nel mercato illegale, alla ketamina viene spesso aggiunta efedrina e l’associazione viene venduta come ecstasy (MDMA).

La ketamina deve i suoi effetti a livello del sistema nervoso centrale principalmente per l’azione di antagonismo non-competitivo sul recettore NMDA (N-metil-D-aspartato) del glutammato – il neurotrasmettitore veloce del cervello. L’NMDA (N-metil-D-aspartato) ha un ruolo centrale nella memoria e nell’apprendimento e ciò fa comprendere come un suo “blocco” dia l’amnesia e l’alterazione delle funzioni cognitive, caratteristiche della sostanza.
La ketamina ha mostrato anche la capacità di indurre un uso compulsivo ripetuto e sono riportati casi di assuntori che si auto-iniettavano la sostanza per diverse volte al giorno per lunghi periodi di tempo. Ciò può avvenire in breve tempo.
Si può quindi sviluppare dipendenza e alla sospensione d’uso si possono manifestare segni astinenziali.