Domande

dott. Giuseppe Montefrancesco

Responsabile del sito
Dott. Giuseppe Montefrancesco

[ VAI a tutte le DOMANDE ]

E’ possibile che una persona non parkinsoniana “si sballi” assumendo farmaci per il Parkinson?

Domanda integrale
Se la finalità delle droghe è quella di aumentare la concentrazione cerebrale del neurotrasmettitore del piacere (dopamina), è possibile che una persona non parkinsoniana “si sballi” assumendo farmaci per il Parkinson?
Grazie in anticipo per la disponibilità. Giuseppe T.
La nostra risposta
Questa è la domanda  alla base dell’uso di farmaci per pazienti utilizzati anche dai “sani”.  
Negli Usa tutto ciò ha scatenato, da diversi anni oramai, il problema delle cosiddette prescription drugs ovvero della diversione di farmaci  per scopi differenti da quelli per cui sono stati sintetizzati; ciò accade con il metilfenidato (Ritalin) d’uso nei bambini iperattivi o con il modafinil o le d-amfetamine per i casi di narcolessia o con gli antidolorifici oppiacei per le sindromi dolorose, le benzodiazepine ed altri.
Posso indicarle  anche altri farmaci, ad es. la ketamina (anestetico ma allucinogeno d’uso comune nei rave),  l’MDMA (ecstasy) in parte apprezzato anni fa dagli psichiatri per la sua capacità di far “parlare” il paziente senza ansia associata; anche alcuni allucinogeni sono considerati sperimentalmente utili  in caso di gravissimi stati depressivi e persino la cocaina era molto apprezzata dai colleghi otorinolaringoiatri o dagli oculisti per le sue capacità anestetiche e vasocostrittrici locali .
Accanto a queste sostanze terapeuticamente utili ma di sintesi non si scordi di molti  alcaloidi di derivazione naturale che presentano questa doppia natura, essere assieme strumento terapeutico e sostanza a fine voluttuario o anche rituale. Lo è stata la cocaina, lo sono i cannabinoidi, il kratom, la salvia divinorum e così via. E poi la morfina (e derivati).
In sostanza il farmaco, tutti i farmaci, tutte le sostanze, per loro intrinseca proprietà possono essere differentemente nominati come drug o drug; stessa parola ma diversa finalità.
Per ritornare alla l-dopa cui lei accenna per il Parkinson devo risponderle di si; ovviamente dipende dalla dose e dal sistema di metabolizzazione.
Io so che lei è un medico per cui raccomandi i familiari dei pazienti di tenere ben custodito il farmaco considerato che dello stesso possono abusare sia i pazienti che i “normali”.
Le riporto quanto:
Comportamenti compulsivi: la terapia dopaminergica con levodopa (L-Dopa) può provocare la comparsa di disturbi del comportamento caratterizzati da compulsività (desiderio irrefrenabile che non si riesce ad evitare) quali gioco d’azzardo, ipersessualità, shopping compulsivo, disturbi alimentari caratterizzati da bulimia.
Ovviamente se tanta L-Dopa (precursore della dopamina) giunge nel sistema nervoso centrale questa si distribuisce ubiquitariamente per cui, oltre che nei zone deputate al movimento- giusto per il Parkinson – anche nel sistema limbico, ovvero nel nucleo accumbens, (definibile come il centro del piacere all’interno del sistema della gratificazione dopaminergico) e nella corteccia.
Quindi lei otterrà: alterazione del comportamento, fluidificazione del movimento e anche probabile grande piacere.
Assieme a tutti gli altri effetti collaterali. Non si scordi, si paga tutto nella vita.
giuseppe montefrancesco