News

dott. Giuseppe Montefrancesco

Responsabile del sito
Dott. Giuseppe Montefrancesco

[ VAI a tutte le NEWS ]

Ibogaina nei disturbi da stress postraumatico (PTSD)

All cited texts are available in the bibliography of this article.
If the publication and figures violate any copyrights, we ask you to notify us and we will immediately remove them.

Dell’ibogaina abbiamo parlato spesso. Nel sito www.insostanza.it potete trovare molte informazioni al riguardo, digitando semplicemente ibogaina.
L’interesse per questo allucinogeno è sempre stato per le sue potenzialità terapeutiche; ibogaina significa guarire in lingua Tsogho, una delle lingue bantu.
In generale molte sostanze – l’ecstasy che fa parte delle fenetilamine ad attività mista, allucinogena e amfetaminica (MDMA o l’MDA) e la psilocibina, un componente attivo dei cosiddetti funghi magici – da tempo fanno parte della sperimentazione in psichiatria proprio perché molti gravi disagi non hanno trovato un trattamento definitivo.

L’ibogaina (12-metossi-ibogaina) è un alcaloide indolico monoterpenico ed è una sostanza psicoattiva. Essa è presente in numerosi vegetali, principalmente nell’iboga (Tabernanthe iboga) un arbusto della foresta pluviale, originario dell’Africa centro-occidentale. Le radici di questo arbusto contengono 12 alcaloidi tra cui l’ibogaina, la tabernantina, l’ibogamina e la coronaridina.


La sua efficacia allucinogena è stata impiegata per rituali religiosi.
E’ un allucinogeno ma la sua azione è anche in dipendenza della dose:
– a dosi basse, un’azione stimolante il sistema nervoso centrale
– a dosi elevate, ha proprietà allucinogene.
In Italia questo alcaloide è inserito nella lista delle sostanze stupefacenti e psicotrope dall’agosto 2016; è comunque illegale in molte altre nazioni.
La Nuova Zelanda, il Brasile e il Sudafrica classificano al contrario l’ibogaina come una sostanza farmaceutica e ne limitano l’uso solo in centri e medici autorizzati. In generale, la ricerca nei confronti della sostanza è stata limitata solo a condizioni particolari quali la dipendenza da eroina (o da oppiacei) proprio perché regolamentata come sostanza stupefacente in molti paesi e per i suoi gravi effetti collaterali, in particolare cardiovascolari e neurodegenerativi.
Nei primi anni ’60 è stato casualmente scoperto che la somministrazione della molecola poteva determinare l’interruzione della dipendenza da eroina, senza crisi d’astinenza tanto che è stata usata in diversi paesi per trattare la dipendenza da questo oppiaceo o da altre droghe come l’alcol, cocaina, crack e metamfetamine.
L’uso medico ha avuto comunque giudizi disaccordi ed è stato qualificato come sottocultura medica.

Una ultima ricerca, i cui risultati sono pubblicati sulla prestigiosissima rivista Nature, ha seguito 30 veterani statunitensi maschi con trauma cranico e ripetuta esposizione a esplosioni o combattimenti. Tutti, di propria iniziativa, avevano cercato l’ibogaina in una struttura in Messico, dove l’uso del farmaco non è soggetto a restrizioni; al trattamento con ibogaina è stato associato il magnesio per limitare o impedire gli effetti collaterali di tipo cardiaco.

A distanza di un mese dal trattamento i pazienti (i partecipanti) hanno avuto una straordinaria riduzione dei sintomi del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) del quadro ansioso in più dell’80% di loro. In più, sempre a distanza di un mese, nessuna disabilità delle loro capacità cognitive, mobilità e altre funzioni; nessun effetto collaterale di tipo cardiaco. Straordinario !!!!

Se pure ancora oggi non è perfettamente noto il meccanismo d’azione dell’ibogaina, Gül Dölen, neuroscienziato dell’Università della California, Berkeley, offre una ipotesi: questo allucinogeno sarebbe in grado di riaprire una finestra temporale (periodo critico) di norma osservato nelle prime fasi di sviluppo del sistema nervoso. In sostanza è come se riportasse all’origine il sistema nervoso, momento in cui è particolarmente malleabile, ricondizionabile. Più flessibile.

g.montefrancesco

Fonte

www.insostanza.it
– Cherian, K. N. et al. Magnesium–ibogaine therapy in veterans with traumatic brain injuries, Nature Med., https://doi.org/10.1038/s41591-023-02705-w (2024).