SCHEDA COMPLETA
inalanti
classificazione
modalità d’uso, analisi tossicologica
meccanismo d’azione, tolleranza e dipendenza
effetti acuti
effetti cronici
cause di morte
inalanti e sviluppo adolescenziale
gas anestetici
riferimenti bibliografici
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Gli inalanti sono sostanze volatili, in forma liquida o di gas, contenuti in svariati prodotti domestici, industriali o in medicinali; essi sono spesso in libera vendita in negozi o comunque facilmente utilizzabili sui posti di lavoro o nei laboratori.
La “volatilità” di queste sostanze consente loro di poter essere inspirate,“inalate” attraverso il naso o la bocca e provocare un effetto psicoattivo o essere usate a fini sessuali. In uno studio le 5 sostanze risultate più frequentemente utilizzate sono state:
benzina 57.4%
freon 40.4%
butano 38.8%
colle 29.8%
protossido d’azoto 23.4%
……recentemente, alla stazione dei treni, veniva osservato un gruppo di ragazzi che stava sniffando il colore che era stato spruzzato in buste di plastica.
Un passeggero aveva avvertito un operaio che ha risposto: “ E’ legale e non abbiamo la possibilità di fermarli”.
Secondo Duncan R., uno studioso inglese: “….L’assunzione di solventi è molto più un problema dell’adolescenza che non un problema di droga!”
The theory and the practice of solvente misuse. In Ives R, Solvent Misuse in Context, London, National Children’s Bureau, 1986, pag.17.
Gli inalati vengono consumati perché:
• costano molto poco; la colla è stata definita come “l’allucinogeno da 10 cent”
• sono tossici
• sono legali
• sono numerosissimi
• è molto facili procurarseli, reperirli
• sono usati dagli adolescenti a fini voluttuari, per alterare lo stato psichico, normalmente tra i 10-13 anni (periodo scolastico della media inferiore) e, in genere, l’abuso è transitorio; essi smettono crescendo e quindi non si sviluppano stati di dipendenza.
Il loro uso è di solito preceduto dall’uso di marijuana, nicotina o alcol e non si può perciò considerare una droga di iniziazione: il soggetto ha già sperimentato altro e annusare colle o inalare è già una pratica a più elevato rischio.
• sono usati dagli adulti a scopo sessuale e per questo caso si fa riferimento ai nitriti e non ad altri inalanti.
Il termine “inalanti” si usa per descrivere una varietà di sostanze la cui comune caratteristica fondamentale è che vengono assunte pressoché esclusivamente per inalazione. Questa definizione abbraccia un’ampia gamma di prodotti chimici differenti domestici, industriali e medici che possono avere diversi effetti farmacologici; come risultato, è quindi difficile riuscire ad avere una classificazione precisa degli inalanti.
Un sistema nomina 4 categorie generali d’inalanti:
solventi volatili, aerosol, gas e nitriti, basandosi sulla forma in cui spesso si presentano nei prodotti in vendita.
1. solventi organici volatili.
Sono liquidi che evaporano a temperatura ambiente e spesso contengono una mistura di sostanze.
Si trovano in una varietà di prodotti economici e facilmente reperibili, d’uso comune, domestico e industriale ed includono:
– benzine (benzene, toluene, exano, xilene);
– colle (toluene, exano, xilene);
– i diluenti e solventi per vernici, sgrassanti (toluene, metanolo, diclorometano, xilene);
– solventi da adesivi (butano, cicloexanone, toluene, xilene);
– liquidi per lavaggio a secco (tricloroetano, tricloroetilene);
– liquidi correttivi (bianchetti) e liquidi vari (tricloroetano);
– smalti e liquido per pulire le unghie (acetone).
Tutti i prodotti prima menzionati possono contenere più sostanze, come gli idrocarburi alifatici (propano, exano, butano, isobutano) o gli idrocarburi aromatici (toluene, xilene) o idrocarburi clorurati e chetoni, ma tra queste è il toluene, un liquido chiaro, incolore e infiammabile, comunemente usato come solvente nell’industria delle vernici, nelle industrie chimiche e farmaceutiche, quello a maggiore potenzialità d’abuso.
2. aerosol.
Sono nebulizzatori (spray) che contengono propellenti e solventi ed includono:
– vernici spray (toluene, metilisobutil ketone);
– aerosol per deodoranti;
– lacche per capelli;
– nebulizzatori di olio vegetale per cucinare;
– nebulizzatori per proteggere tessuti;
– sgrassanti;
– centinaia di altri articoli per la casa.
3. gas.
Comprendono:
– i gas anestetici (etere, cloroformio, alotano, ossido d’azoto, protossido di azoto, comunemente conosciuto come “gas esilarante”). Quest’ultimo è il più abusato ed è presente negli spray e nei prodotti che aumentano i livelli di ottano nelle macchine da corsa o come propellente per la panna montata.
– i gas domestici e commerciali, presenti in molti prodotti, che contengono sia la sostanza volatile per cui sono utilizzati sia una sostanza propellente che consente una rapida ed estesa distribuzione.
Gli accendini alimentati a butano, le bombolette di gas propano, i refrigeranti come il freon.
Il nitrossido d’azoto (N2O), dispensatore, propellente per panna o presente nelle bombole di gas.
L’elio presente nei palloncini per le feste.
I gas propellenti presenti negli spray (dimetil etere, butano, fluorocarburi alogenati).
4. nitriti alchilici volatili.
Sono spesso considerati una classe speciale di inalanti e comprendono:
– nitrito di amile,
– nitrito di butile,
– nitrito di isobutile,
– nitrito di isopropile
La modalità d’uso dipende dalla natura del composto e dal contenitore ove è presente.
Gli inalanti possono essere aspirati attraverso il naso o la bocca in diversi modi:
• spruzzando l’aerosol direttamente nel naso o nella bocca.
I gas sono inalati direttamente dai contenitori, come si può fare con gli accendini;
• sniffando ossia inalando direttamente la sostanza da uno straccio, spruzzato ed imbevuto di inalanti (“huffing”);
• aspirando da buste di carta o di plastica (“bagging”) ove si trattengono i vapori, poi inalati, della sostanza. Le colle vengono riposte in una busta di plastica che concentra i vapori; la busta viene schiacciata e i vapori spinti e inalati.
L’elio, spesso venduto in cilindri ed usato per gonfiare i palloncini da festa, può essere raccolto in una busta di plastica che copre la testa; può anche essere aspirato dagli stessi palloncini.
La pratica di inalare inizia sniffando le sostanze poi si passa all’huffing ed infine a quello di aspirare da buste di carta o plastica.
L’analisi delle urine è di poco valore escluso nei riguardi di sostanze come il toluene che è il meno volatile e il più estensivamente metabolizzato.
Sono necessarie analisi del sangue o tissutali effettuati con metodi non routinari.
Data l’elevata lipofilia dei solventi organici questi raggiungono rapidissimamente il cervello (nei primati e nei roditori entro 1-3 minuti) dove sono altamente catturati e lentamente rilasciati dalla sostanza bianca cerebrale. Gli idrocarburi alifatici (butano, propano) vengono eliminati immodificati con il respiro mentre gli idrocarburi aromatici (toluene) tendono ad essere eliminati con le urine previa metabolizzazione epatica in prodotti idrofili.
Il modo di eliminazione attraverso il respiro consente di riconoscere un eventuale consumatore di inalanti, assieme ad altri segnali:
— alito e vestiti odorosi di sostanze chimiche
— macchie di vernice o altre sostanze su vestiti, mani, viso
— bombolette vuote o bottiglie di solventi nascoste
— pezzi di stoffa che “puzzano” di sostanze chimiche
Molti sistemi cerebrali possono essere coinvolti negli effetti dei solventi organici ed il meccanismo d’azione, se pure è più assimilabile alla classe dei sedativi che comprendono alcol e farmaci sedativo-ipnotici, in realtà sembra implicare differenti sistemi.
La modalità d’azione non è perfettamente conosciuta ma si ritiene complessivamente che producano un effetto piacevole deprimendo il sistema nervoso centrale in vario modo, ossia modificando l’attività recettoriale di differenti sistemi o canali ionici di membrana. per:
– azione di inibizione sulla trasmissione glutammatergica (in particolare dei recettori NMDA);
– azione sul sistema dopaminergico;
– azione sul sistema serotoninergico;
– azione sul sistema GABAergico (sui recettori GABAA).
Recentemente è stato osservato che l’acuta esposizione al toluene è in grado di aumentare i recettori mu degli oppioidi in alcuni nuclei spinali (come il rafe dorsale e la sostanza grigia periacquaduttale) mentre la somministrazione per 7 giorni incrementava sia la dopamina che la serotonina nei gangli della base.
Studi in animali hanno mostrato che gli inalanti, come altre droghe d’abuso, appaiono avere proprietà di rinforzo confermate dalla loro capacità di modulare l’attività del sistema dopaminergico mesolimbico, sia a livello della VTA che del nucleo accumbens.
In modelli animali è stata inoltre riportata l’autosomministrazione e la dimostrazione della place preference nei riguardi di vari inalanti.
I solventi appaiono sviluppare tolleranza e sono stati osservati sintomi astinenziali alla sospensione dell’assunzione come segno di dipendenza fisica: irritabilità, sudorazione, tremori, nausea, crampi allo stomaco, tics facciali e disturbi del sonno.
La durata degli effetti dipende grandemente dal tipo di solvente inalato, ovvero dalla sua volatilità.
Il butano dura pochi minuti e questo induce ripetute “inalazioni” mentre il toluene ha una più lunga durata d’azione (un po’ come l’alcol) e richiede dosi meno frequenti.
I composti chimici inalati sono rapidamente assorbiti attraverso i polmoni e rapidamente sono distribuiti al cervello e ad altri organi.
In pochi secondi l’utilizzatore avverte un’acuta intossicazione i cui effetti appaiono simili a quelli prodotti dall’alcol ma con talune diversità.
Si osservano:
– euforia;
– linguaggio biascicato, incomprensibile;
– nausea;
– capogiri;
– incapacità nel coordinare i movimenti;
– rallentamento ideativo;
– sonnolenza;
– disinibizione;
– visione alterata;
– mal di testa;
– dolori addominali;
– arrossamento della pelle;
– leggero stordimento.
L’assuntore appare confuso e non di rado vi sono:
– delirio
– allucinazioni (visive, uditive e tattili, soprattutto con il toluene);
– disturbi visivi e NISTAGMO;
– illusioni e sventatezza.
L’assuntore è disposto ad agire impulsivamente o a correre dei rischi di particolare pericolosità ed inoltre, l’illusione (prodotta dal butano e toluene) che induce l’idea di poter volare o nuotare, rende tutto ciò estremamente pericoloso.
Il toluene, produce anche la sensazione che il tempo passi più velocemente, sebbene il pensiero sia probabilmente più lento.
Poiché l’intossicazione dura solo pochi minuti, gli abusatori tendono ad inalare ripetutamente nel corso di parecchie ore, una pratica estremamente dannosa e pericolosa che li può condurre a stati di incoscienza o, nel migliore dei casi, a disinibizione o mancanza di autocontrollo.
A dosi più elevate, la depressione del Sistema Nervoso Centrale può risultare in convulsioni, coma o arresto cardiopolmonare e morte.
Dopo un uso di grandi quantità di inalanti, gli assuntori possono sentirsi assonnati per diverse ore e avere un mal di testa persistente.
Di particolare gravità sono gli abusi sessuali e i maltrattamenti cui vengono sottoposti gli adolescenti, da parte di adulti, quando sotto l’effetto dei solventi.
Cause di morte
L’inalazione prolungata di composti chimici altamente concentrati che si trovano nei solventi o aerosol può indurre una grave aritmia che può provocare arresto cardiaco e morte in pochi minuti.
Questa sindrome, conosciuta come “morte istantanea per inalazione”, si associa principalmente all’abuso del butano, propano e clorofluorocarburi.
Gli inalanti sembra sensibilizzino il miocardio all’azione delle catecolamine endogene con la conseguenza di indurre fatali aritmie cardiache (fibrillazioni ventricolari) indipendentemente dallo stato dell’assuntore; secondo uno studio il toluene inibirebbe reversibilmente i canali cardiaci del sodio in maniera concentrazione-dipendente e ciò in parte potrebbe spiegare le aritmie.
In circa 30 anni, in Inghilterra vi sono stati quasi 2000 decessi attribuiti ad inalanti che hanno interessato in prevalenza soggetti maschi (per l’87%) di età inferiore a 20 anni. Nel 2005, sempre in Inghilterra (che assieme alla Spagna è il paese in Europa che registra le morti da inalanti) 36 dei 45 decessi erano dovuti al butano, soprattutto quello presente negli accendini per sigarette
Con gli inalanti non c’è mai un livello sicuro e l’incidente può avvenire alla prima esperienza, dopo singola dose, come negli assuntori esperti; esso non può essere così previsto o anticipato e non possono essere assunte “forme di prudenza”.
L’abuso di inalanti può causare la morte nelle seguenti maniere:
• asfissia da inalazioni ripetute che portano ad alte concentrazioni di vapori inalati che sostituiscono l’ossigeno disponibile nei polmoni;
• soffocamento, bloccando l’entrata di aria nei polmoni quando si inalano i vapori da una borsa di plastica messa sulla testa;
• convulsioni causate da anomale scariche elettriche nel cervello;
• coma, il cervello si blocca ma permangono le funzioni vitali;
• soffocamento da vomito, per “ingestione” nelle vie aeree del vomito indotto dagli inalanti;
• per incidenti, includendo le morti per incidenti automobilistici causati da intossicazione o anche a seguito di gravi ustioni per esplosione dei contenitori o incendio delle vie respiratorie.
Infine la pratica di spruzzare gli inalanti direttamente nella bocca potrebbe essere fatale a causa del refrigerante presente nelle bombolette che può congelare la laringe (quindi asfissia) o indurre edema polmonare.
Molto spesso gli incidenti sono causati anche dalle circostanze, dagli ambienti in cui i solventi vengono inalati ad es. vicino a piscine, corsi d’acqua o in posti alti, sempre per effetto delle illusioni o dell’incoscienza che essi inducono.
Coloro che abusano d’inalanti corrono il rischio di soffrire di tutta una serie di conseguenze mediche devastanti.
L’esposizione cronica agli inalanti è certamente associata a gravi effetti tossici ma il meccanismo attraverso cui avviene il danno non è ancora ben conosciuto. Complica il quadro il fatto che i prodotti commerciali contengono molte sostanze assieme.
Oltre che il caso gravissimo della morte le osservazioni realizzate su animali ed esseri umani mostrano come gli inalanti siano altamente tossici. Benché alcuni dei danni prodotti dagli inalanti al sistema nervoso, come ad altri organi, possano essere più o meno reversibili quando se ne cessa l’abuso, altre sindromi causate dall’uso ripetuto o prolungato sono irreversibili.
L’esposizione cronica può produrre danni significativi a:
• cuore (pericolose aritmie per ipersensibilità all’adrenalina)
• polmoni (polmoniti chimiche, enfisema polmonare o danni diretti dovuti ai solventi o indiretti dovuti all’asfissia)
• fegato (epatiti o insufficienza epatica)
• reni (glomerulo nefriti, calcoli renali, acidosi tubulare sino all’insufficienza renale con il toluene)
• sistema emopoietico (leucemia, linfoma e anemia aplastica)
• sistema nervoso
Forse l’effetto nocivo più significativo dell’esposizione abituale agli inalanti è il danno estensivo e di lunga durata al cervello ; tali persistenti deficit neurologici possono comprendere:
– polineuropatie periferiche
– disfunzioni al cervelletto
– danni ai nervi cranici
– atrofia cerebrale
– encefalopatia.
I danni si traducono in anormalità cognitive che possono andare da un lieve deterioramento fino ad una demenza severa. Altre conseguenze ovvie includono difficoltà nel coordinare i movimenti, spasticità e perdita di sensibilità dell’udito e dell’acuità visiva. Tutto ciò riflette l’azione neurotossica del loro abuso prolungato
Bisogna comunque tener conto che i danni neurologici possono anche provenire dai traumi cranici, dall’ipossia o anche dall’utilizzo di altre droghe per cui con esclusione delle neuropatie periferiche non vi è evidenza certa di una correlazione dose-risposta.
Naturalmente i danni neurologici sono fortemente legati alla frequenza e alla durata d’uso degli inalanti.
Più sicure appaiono le relazioni con il tipo di inalante; l’exano (elemento presente nella benzina e in molte colle) e il metil butil ketone (parte di molte vernici) sono più responsabili delle neuropatie periferiche mentre il toluene è più associato a malattie cerebellari, encefalopatie e demenza.
Ricerche su animali e studi su patologie umane mostrano che l’abuso abituale di solventi volatili come il toluene danneggia la zona protettiva (mielina) attorno a certe fibre nervose nel cervello e nel sistema nervoso periferico. Questa distruzione estensiva delle fibre nervose è clinicamente simile a quella che si può vedere in malattie neurologiche come la sclerosi multipla.
La maggior parte degli studi sull’uomo riporta che i danni maggiori interessano la materia bianca e i componenti lipidici della mielina; il meccanismo tossico sottostante non è conosciuto e secondo alcuni più che di una attiva demielinizzazione o di una rottura delle membrane neuronali si tratta di un diffuso insulto agli assoni che porta ad una alterazione della trasmissione nervosa funzionale.
L’esposizione per lungo tempo al toluene comporta al contrario una persistente disfunzione dopaminergica nei nuclei della base associata ad un comportamento stereotipato e a deficit cognitivi.
Gli effetti sulla psiche determinano apatia e senso di colpa o aggressività o comunque alterazione del comportamento; può instaurarsi anche un quadro di psicosi paranoidea o di epilessia temporale.
Altri sintomi osservati in persone che hanno abusato di inalanti per lungo tempo, sono perdita di peso, debolezza muscolare, disorientamento, mancanza di attenzione e coordinazione, irritabilità e depressione.
L’abuso degli inalanti anche durante la gravidanza può aumentare il rischio per i bambini di soffrire di qualche deterioramento nel loro sviluppo. Studi su animali, progettati per simulare i modelli umani di abuso di inalanti, suggeriscono che l’esposizione prenatale al toluene o al tricloruro di etilene può produrre un peso alla nascita più basso, occasionalmente anomalie scheletriche e uno sviluppo neuro-comportamentale ritardato. Alcuni studi mostrano anomalie in neonati le cui madri abusavano abitualmente di solventi ed è documentato un successivo deterioramento nello sviluppo in alcuni di questi bambini.
E’ importante sottolineare che tra coloro che abusano di inalanti vi sono spesso problemi di salute mentale e molti di questi hanno avuto esperienze di maltrattamento che di per sé sono causa di cattiva neuro genesi, alterazione delle sinapsi o ritardata mielinizzazione come è stato osservato in modelli animali.
Precoci condizioni di stress determinano una cascata di modificazioni neurologiche che possono fortemente modificare lo sviluppo cerebrale e la sua funzionalità.
Quindi nell’esaminare gli effetti della cronica esposizione agli inalanti bisognerebbe tener conto delle possibili interazioni o conseguenze tra stati di stress e successiva assunzione di inalanti.
Ricerche condotte sui fattori che contribuiscono all’abuso di inalanti suggeriscono che l’abuso di tali sostanze è strettamente correlato a condizioni socioeconomiche avverse, storie di abuso sessuale o maltrattamenti durante l’infanzia, povertà e abbandono scolastico.
La maggior parte degli studi sugli effetti neurologici che seguono l’assunzione cronica di solventi sono state condotte su adulti e molto poco si conosce degli effetti sullo sviluppo cerebrale nel periodo tra la fanciullezza e l’adolescenza; è questo un momento di estrema importanza nella maturazione delle strutture emozionali e cognitive del cervello e inoltre è oramai noto che il cervello di un adolescente è molto vulnerabile agli effetti delle sostanze psicoattive.
In ogni caso vi sono consistenti prove che l’uso in questo periodo determini deficit neurologici e deficit cognitivi, incluse alterazioni dell’attenzione, nella velocità di processare le informazioni, nella coordinazione psicomotoria, nella memoria, nell’apprendimento, nelle abilità esecutive come nell’intelligenza verbale.
Inoltre, molti dei comuni deficit neuropsicologici osservati attengono alle funzioni della materia bianca e questo conferma l’azione dei solventi (toluene) che preferenzialmente colpiscono di più la materia bianca rispetto a quella grigia.
Va anche aggiunto che i disturbi cognitivi e psicologici (soprattutto nel controllo degli impulsi, nell’attenzione e nella pianificazione) contribuiscono ulteriormente alla difficoltà da parte dell’adolescente di porre fine all’uso di inalanti e questo a sua volta mostra come gli effetti di tali sostanze proprio perché utilizzate in questa fase,
superano forse quelli di altre droghe.
I gas come l’etere, il cloroformio e il protossido di azoto, ancora prima di essere impiegati nella pratica medica hanno avuto scopi voluttuari.
Più spesso è il personale medico o paramedico, che ha un più facile accesso a tali composti, a presentare una certa tendenza all’abuso.
Etere, cloroformio, alotano e soprattutto il protossido di azoto sono i gas più abusati. Quest’ultimo ha un gusto dolciastro, induce euforia e notoriamente il riso; soggettivamente sono riportati anche effetti stimolanti, allucinogeni o depressivi. I giovani in particolari eventi possono abusarne così come gli operai dell’industria alimentare ove il composto viene utilizzato come propellente per confezioni spray di panna da montare.
L’uso cronico di protossido d’azoto può causare neuropatie periferiche per carenza di vitamina B, resa inattiva dal composto.
La perdita dello stato di coscienza, l’effetto anestetico sono riconducibili ad una potente e selettiva inibizione del recettore NMDA (N-metil-D-aspartato).
Riferimenti bibliografici
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