News

dott. Giuseppe Montefrancesco

Responsabile del sito
Dott. Giuseppe Montefrancesco

[ VAI a tutte le NEWS ]

Sali da bagno; intossicazione

L’abuso di sostanze psicoattive, i cosiddetti “sali da bagno“, è diventato molto comune ed i pazienti con overdose da tali sostanze si presentano nei reparti di emergenza con sempre maggiore frequenza (una stessa notizia era stata comunicata da Nora D. Volkow, M.D. Director National Institute on Drug Abuse NIDA; www.insostanza.it, new drugs, 21 febbraio 2011; ndr).
Il principio attivo di queste droghe di sintesi, ovviamente non collegato ad alcun prodotto per l’igiene,  il metilen-diossi-pirovalerone strutturalmente simile ai composti pirovalerone e I-pirrolidinofenone; tali sostanze agiscono come stimolanti del sistema nervoso centrale inibendo la ricaptazione della noradrenalina e dopamina.
Nonostante i crescenti sforzi legislativi atti a bandire questi prodotti, i sali da bagno spesso aggirano le leggi relative al controllo delle sostanze e sono disponibili a basso costo; facilmente reperibili su Internet sono presentati con nomi di fantasia (tipo Ivory Wave o Vanilla Sky ) e sono commercializzati come sostanze in grado di produrre un alto (un effetto di elevata eccitazione) simile a quello che si ottiene con le metamfetamine. Talvolta sono anche pubblicizzati come “cocaina legale” (senza però riportare l’effetto della potente e prolungata euforia) o come potenziatori della vigilanza, dello stato di attenzione o come afrodisiaci. L’uso prolungato di questi sali induce lo sviluppo di tolleranza e di dipendenza con la presenza di segni astinenziali e desiderio intenso (in caso di mancata assunzione).

Essi possono essere assunti per via orale, intranasale, endovenosa o rettale e i loro effetti si verificano giàa basse dosi, dai 3 ai 5 mg; la dose complessiva varia, in media, dai 5 ai – 20 mg.
Il rischio di overdose è elevato, poichè i pacchetti contengono fino a 500 mg di questo prodotto, e su alcune etichette viene indicato (suggerito) di aumentare il dosaggio di più di 50 mg. Quando sono assunti per via orale i sali sono rapidamente assorbiti e il picco degli effetti si raggiunge entro 90 minuti.
Gli effetti perdurano da 3 a 4 ore; dopo l’utilizzatore può subire un crollo potenzialmente molto prostrante. L’esperienza totale ha un tempo tra le 6-8 ore. Pazienti che hanno assunto i sali possono presentare una estrema stimolazione simpatica(adrenergica e dopaminergica) e uno stato mentale profondamente alterato.
Gli effetti simpatici possono includere: tachicardia, ipertensione, ipertermia, convulsioni; sono stati segnalati decessi.
L’alterazione dello stato mentale può presentarsi con:
gravi attacchi di panico, agitazione, paranoia, allucinazioni comportamenti violenti (ad esempio, auto-mutilazione, tentativi di suicidio e l’attività omicida).

In realtà quanto prima riportato (gli effetti simpatici, comportamentali ed eventuali riscontri laboratoristici) non sono stati ben documentati e la maggior parte dei casi sono storie aneddotiche o provengono da forum sul Web riferiti da utilizzatori di droghe.
I sali sono stati anche descritti come sostanze che posseggono le peggiori caratteristiche dell’acido lisergico (LSD), della fenciclidina (PCP o “polvere d’angelo”), della MDMA (“ecstasy”), della cocaina e della metamfetamina.
I medici devono stare attenti a diversi aspetti del problema: la gravità e la potenziale letalità di una overdose spesso necessitano di cure e costante controllo in reparti di terapia intensiva; gli esami tossicologici di routine non rilevano le sostanze presenti nei sali; i sali possono essere tagliati con altre sostanze psicoattive, che possono confondere il quadro clinico; pazienti possono avere bisogno di restrizioni fisiche e di alte dosi di sedativi per evitare di che danneggino se stessi o gli altri. Il trattamento è in gran parte di supporto, tipicamente con benzodiazepine per via endovenosa (sia per la sedazione che per controllo delle crisi epilettiche o per entrambi) e liquidi per infusione, in particolare se c’è il sospetto di rabdomiolisi.

Fonte. Treatment is largely supportive, typically with intravenous benzodiazepines (for sedation, to control seizures, or both) and intravenous fluids, particularly if there is suspicion of rhabdomyolysis. Edward A. Ross, MD Mary Watson, MD Bruce Goldberger, Ph.D. University of Florida College of Medicine, Gainesville, FL rossea @ medicina. UFL. edu

Traduzione e controllo scientifico a cura del Dr. Giuseppe Montefrancesco e di Google strumenti per le lingue