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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Smettere di fumare con i cattivi odori

Esporsi ai cattivi odori durante il sonno può indurre i fumatori a non gradire le sigarette e aiutarli a diminuire il loro uso.
E’ questo il risultato sorprendente di una recente ricerca in cui i fumatori che sono stati esposti all’odore di sigarette insieme ad un odore sgradevole durante una sola notte di sonno hanno  diminuito l’uso di sigarette.
La ricerca condotta da Anat Arzi, Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele, nasce da recenti scoperte e suggerise la capacità di sviluppare nuove associazioni cognitive le quali possono essere apprese durante il sonno umano e recuperate poi al risveglio. Lo studio dimostra pertanto che l’apprendimento durante il sonno può influenzare il comportamento in momenti successivi della veglia. I ricercatori hanno scelto questo metodo perchè il sistema di ricompensa del cervello, che si attiva fortemente durante un comportamento di dipendenza, condivide caratteristiche con il sistema olfattivo, o il senso dell’olfatto.
L’esperimento si è svolto in laboratorio in una notte e ha coinvolto 76 fumatori adulti che volevano smettere di fumare. Durante il sonno leggero, noto come stadio 2 del sonno, o durante il sonno REM, quando le persone tendono a sognare, i fumatori sono stati esposti agli odori di sigarette e l’odore di pesce e uova marce. Gli odori non hanno mai svegliato i partecipanti. Per valutare l’efficacia è stato svolto l’esperimento su un gruppo di controllo i cui partecipanti erano svegli durante l’associazione di odori. Inoltre, tutti i partecipanti hanno tenuto un diario di quante sigarette hanno fumato per 7 giorni prima e 7 giorni dopo l’esperimento. Il collegamento tra l’odore di sigaretta con l’odore di cibo marcio, secondo gli sperimentatori avrebbe dovuto sviluppare un’avversione condizionata all’uso di sigarette e i risultati hanno rilevato che:  i fumatori che hanno avuto un’avversione condizionata durante lo stadio 2 del sonno hanno ridotto il fumo del 34%; i fumatori che hanno avuto un’avversione condizionata durante la fase REM hanno ridotto il fumo del 12%; i fumatori che hanno avuto un’avversione condizionata durante la veglia non hanno avuto nessuna riduzione del fumo.
Pertanto è stato evidenziato che la riduzione del fumo era significativamente più grande e di maggiore durata nel tempo per coloro sottoposti al condizionamento nella fase di sonno leggero rispetto al condizionamento avvenuto nella fase Rem. Ciò è dovuto probabilmente al fatto che in questa fase vengono rinforzate le connessioni significative tra neuroni, che rinforzano nella memoria gli elementi appresi durante il giorno. In questo periodo inoltre c’è un rafforzamento della plasticità neuronale e quindi meglio predisposta all’apprendimento del condizionamento avversivo. Fino adesso sapevamo già che gli approcci comportamentali possono aiutare a trattare la dipendenza da nicotina ma nessuno ha mai avuto un successo così evidente. Serviranno ovviamente ulteriori studi necessari a capire se la strategia potrebbe funzionare come un coadiuvante per smettere di fumare e come potenziale trattamento per le altre dipendenze da sostanze.
Questo primo studio non può ancora garantire la durata nel tempo dell’effetto provocato dal condizionamento e quanto sia concretamente utile per smettere di fumare, ma ci sono grosse potenzialità per affinare e mettere a punto questa tecnica.

Aimone Pignattelli

Anat Arzi et al. 2014. Olfactory Aversive Conditioning during Sleep Reduces Cigarette-Smoking Behavior. The Journal of Neuroscience 221: 34 (46). Stickgold R. 2005. Sleep-dependent memory consolidation. Nature 437: 1272-1278.