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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dibattito U.S.A. sul trattamento dell’alcolismo. Astinenza Vs riduzione del danno

Un articolo pubblicato da Addiction Blog stimola il dibattito statunitense sull’antica diatriba relativa al trattamento dell’alcolismo: astinenza versus riduzione del danno. “La dipendenza da alcol (alcol addiction) è un problema complesso con soluzioni non facili da fornire. L’abuso di alcol è un problema mentale? Gli esperti non sono concordi a riguardo. Anche quando le conclusioni provengono da ricerche approvate dalla comunità scientifica l’argomento del trattamento dell’alcolismo richiama conflittualità. Ancora oggi la comunità assistenziale statunitense assume un atteggiamento “noi contro loro” quando si parla di metodologie di trattamento. Quindi quale ruolo potrebbero avere le tecniche di riduzione del danno nella terapia dell’addiction?

Forse nessuno potrebbe sostenere che un dato metodo (l’astinenza) sia l’unico percorso terapeutico possibile. Aderendo al programma a 12 passi (12 step programs), l’accettata ortodossia testimonia di aver accettato come unica strada l’astinenza; la mera menzione della riduzione del danno o della moderazione viene in conseguenza attaccata con forza dai promotori del programma 12 passi. Alcune organizzazioni sanitarie preposte al trattamento credono così tanto alla filosofia dell’astinenza da espellere i dipendenti recidivi. C’è sicuramente una logica nella nozione che l’astinenza è l’unica strada da seguire. Dopo tutto, se sei un alcolista in trattamento, l’alcol è il tuo nemico. E periodi di astinenza possono “riparare” il cervello e le funzioni del sistema nervoso centrale che erano state formalmente compromesse. Ma avere un alcolista che si autogestisce le proprie bevute è come mettere la volpe a guardia del pollaio. La tentazione di avere “solo un drink” è il classico precursore della ricaduta. In uno studio realizzato dall’American Psychological Association, i consulenti che rigettavano la moderazione citavano tre primarie ragioni per la loro convinzione:

  1. la moderazione non funziona
  2. il bere moderato fornisce un messaggio sbagliato
  3. il progressivo limitare il bere era incompatibile con la filosofia del loro olistico trattamento

Ci sono sicuramente molti alcolisti per i quali l’astinenza è l’unica soluzione realistica. La verità è che anche nel Moderation Management – un programma dedicato alla riduzione del danno – il loro stesso sito web attesta che il 30% dei membri si avvia ad un programma basato sull’astinenza. Ma il fatto di essere il miglior approccio per molti alcolisti e tossicomani non rende l’astinenza il miglior approccio per tutte le situazioni. La moderazione come un’opzione di trattamento per molti bevitori problematici è provata come efficace – forse più dell’astinenza stessa – in molti studi scientifici. E mentre ci sono risultanze conflittuali sull’efficienza della moderazione per gli alcolisti strutturati, in molti paesi tale tipo di trattamento, detto di riduzione del danno, è promosso ed accettato.” In Italia il dibattito continua ad essere acceso, al pari degli Stati Uniti d’America. Le terapie di riduzione del danno relative all’alcolismo utilizzano il naltrexone ed ultimamente ci sono studi che lo associano ad anti-depressivi. Fonte Addiction blog.org