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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Le overdose da cocaina aumentano con un clima caldo-umido

In uno studio pubblicato recentemente sulla rivista “Addiction” , condotto esaminando i dati di mortalità da cocaina tra il 1990 e il 2006 nella cittàdi New York, i ricercatori dell’Università del Michigan e di New York hanno scoperto che le “overdose” accidentali da cocaina aumentano quando la temperatura ambiente supera i 24° C  e che il numero delle morti cocaina-correlate continua ad aumentare se la temperatura sale ulteriormente.
Questo studio modifica i risultati ottenuti in un precedente lavoro (Marzuk et al., JAMA, 1998, 279(22): 1828-29) che indicava una soglia di temperatura molto più elevata, pari a 31.1°, come rischio di sviluppare una “overdose” da cocaina.
E’ noto che nell’uomo la cocaina incrementa globalmente la temperatura del corpo alterando sia la possibilità del sistema cardiovascolare di raffreddarlo (essa produce vasocostrizione) sia perchè diminuisce la percezione del disagio associato con il caldo che porta ad evitare comportamenti utili ad eliminare il calore. Semplicemente gli assuntori continuano a produrre calore perchè sono agitati, non possono disperdere ed in più si guasta il controllo termico da parte del cervello (ipotalamo), tutto per gli effetti propri della cocaina.
Quando il cocainomane inizia a surriscaldarsi (ipertermia) può incorrere in uno stato di “overdose” con quantità più basse di sostanza se sussistono le condizioni ambientali dette poichè il corpo è sottoposto a maggiore stress e soprattutto acquistano maggior peso le ragioni precedenti. Gli autori dello studio attuale puntano sulla necessità di interventi di salute pubblica durante i periodi climatici caldi come ad esempio rilasciare avvisi ai gruppi ad elevato rischio.
La prevenzione può anche includere la climatizzazione degli ambienti dove l’uso della cocaina è consueto e ad elevata prevalenza, in particolare in quelle aree urbane con numero elevato di morti o arresti correlati alla sostanza.

Fonte Bohnert AS et al., Ambient temperature and risk of death from accidental drug overdose in New York City, 1990-2006. Addiction, 2010, 105, doi:10.1111/j.1360-0443..2009.02887) Marzuk et al., Ambient temperature and mortality from unintentional cocaine overdose. JAMA, 1998, 279(22): 1828-29. _________________

Nota 1 – Ipertermia L’ipertermia è definita come temperatura elevata, maggiore di 38,5° C. Le cause di ipertermia sono le seguenti:

  • Aumento del calore ambientale per ondate di caldo
  • Diminuzione della dissipazione del calore
  • Eccessiva umidità
  • Scarsa produzione di sudore
  • Aumento della produzione di calore
  • Sforzo eccessivo
  • Crisi di ipertiroidismo
  • Ipertermia maligna
  • Sindrome maligna da neurolettici
  • Feocromocitoma
  • Delirium tremens
  • Emorragia ipotalamica
  • Ingestione di particolari sostanze tossiche (ad esempio, amfetamine, metamfetamine, anticolinergici, ecstasy, cocaina, cocaina crack, dosi eccessive di LSD o per effetti diretti della fenciclidina, PCP)

Sudorazione e la vasodilatazione periferica sono i meccanismi principali di perdita di calore per mantenere una corretta temperatura.
Nota 2 – Ipertermia e sostanze stupefacenti La disregolazione termica è un grave problema nella intossicazione cocaina; i pazienti talora hanno presentato temperature rettali pari a 45°C. L’ipertermia è marker di un grave stato tossico ed è accompagnata da una serie di complicazioni, tra cui insufficienza renale, coagulazione intravascolare disseminata, acidosi, danno epatico e rabdomiolisi. Tale effetto sembra essere dovuto alla capacità della cocaina di aumentare il rilascio di dopamina nel cervello (lo stesso accade con l’ecstasy o gli stimolanti in genere); la dopamina svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della temperatura corporea e l’aumento della neurotrasmissione dopaminergica può contribuire all’ipertermia indotta nei consumatori di cocaina, compresi quelli con delirio eccitato.
In particolare paiono implicati i recettori dopaminergici D2; essi sono coinvolti nei processi che diminuiscono la temperatura di base ma il loro numero nei centri ipotalamici di controllo della temperatura è notevolmente ridotto. Tali riduzioni portano ad aumenti della temperatura perchè sono liberi di agire i recettori D1 che, al contrario, mediano l’aumento della temperatura.

Fonte Callaway CW, Clark RF. Hyperthermia in psychostimulant overdose. Ann. Emerg. Med., Jul 1994;24(1):68-76

Dr. Daniela Cerretani, ricercatrice