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dott. Giuseppe Montefrancesco

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I soggetti obesi sottoposti ad intervento chirurgico per perder peso aumentano l’uso di sostanze (legali e illegali) nei due anni successivi all’operazione, per compensare la minor introduzione di cibo. Questo è quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Archives of Surgery.
Hanno partecipato allo studio 155 persone reclutate ad un incontro informativo sulla chirurgia bariatrica (dal greco baros = peso). I soggetti sono stati divisi in gruppi a seconda che si sottoponevano a due diverse tecniche. Infatti un gruppo di persone ha subito un “Bypass gastrico roux-en-Y gastrica” che consiste nella creazione di una piccola tasca gastrica, che può contenere solo ristrette quantità di cibo, connessa un’ansa intestinale isolata.
Gli alimenti ingeriti “bypassano” lo stomaco, il duodeno ed il primo tratto dell’intestino tenue che a loro volta vengono riconnessi all’ansa intestinale. I soggetti restanti si sono sottoposti ad un “Bendaggio gastrico regolabile” che consiste nel posizionamento di un anello di silicone attorno alla parte superiore dello stomaco allo scopo di ridurre le dimensioni di quest’ultimo.
Tutti i pazienti hanno compilato due questionari sul comportamento alimentare e sull’uso di sostanze prima di sottoporsi all’operazione e a distanza di 1, 3, 6, 12, 24 mesi dall’intervento.
I ricercatori riportano che tutti i partecipanti hanno aumentato la frequenza dell?uso droga, alcol e sigarette complessivamente nei due anni successivi all’intervento.
Tale incremento è stato progressivo dal primo, al terzo al sesto mese fino al ventiquattresimo mese dall’operazione. Come mostrano i risultati di questo studio i soggetti obesi hanno sostituito la dipendenza da cibo con quella da sostanze. Esiste allora una relazione tra la dipendenza da alimenti e quella da droghe. L?impulso a mangiare grandi quantità di cibo, associato alla sensazione di non riuscire a smettere, è paragonabile a quello che spinge i consumatori di droghe e di alcol a cercarne sempre di più, fino a non poterne fare a meno.
La dopamina è una sostanza chimica presente nel nostro cervello ed è deputata a farci provare la sensazione di piacere. Quando la dopamina si lega ai recettori D2 vengono attivati i circuiti della gratificazione con conseguente sensazione di benessere.
Wang e colleghi hanno mostrato che sia gli obesi che i tossicodipendenti presentano recettori D2 in numero inferiore alla norma. In particolare nei soggetti obesi è stata evidenziata una relazione inversa tra l’indice di massa corporea e la quantità di tali recettori. Gli studiosi suggeriscono che la componente genetica può avere un ruolo importante nel spiegare la carenza dei recettori D2 e i comportamenti compensatori ad essa associati, come l’assunzione di amfetamine, alcool, cocaina per i tossicodipendenti e il cibo per gli obesi.
La carenza di questi recettori rende più difficile provare la sensazione di piacere in quanto la dopamina fatica a trovare recettori D2 a cui legarsi; droghe, alcol e cibo stimolano la produzione di questa nel cervello. Possiamo quindi dire che negli obesi e nei tossicodipendenti la scarsità dei recettori D2 diminuisce la sensazione di piacere legata all’introduzione dell’oggetto del bisogno spingendo così l’individuo ad assumerne dosi sempre maggiori.
E per quanto vediamo mai in maniera soddisfacente. I soggetti dello studio sopra citato non potendo introdurre grandi quantità di alimenti hanno ripiegato sulle droghe sull’alcol e sulle sigarette stimolando il sistema dopaminergico per provare lo stesso piacere derivante dalle abbuffate alle quali hanno detto addio dopo l’operazione.

Riferimenti: Conason et al. Substance Use Following Bariatric Weight Loss Surgery. (2012). Archives of Surgery, 1-6. doi:10.1001/2013.jamasurg.26 Wang et al. (2001). Brain dopamine and obesity. Lancet, 357(9253), 354 – 357.

Dott.ssa Cinzia Di Cosmo, psicologa