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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Droghe ricreative e consumatori occasionali

Un interessante studio è stato condotto in Australia da ricercatori della James Cook University nell’obiettivo di comprendere le motivazioni che determinano un così elevato consumo di droghe in quel paese.
Circa il 40% degli australiani, di età pari o superiore a 15 anni, hanno dichiarato di aver assunto una o più droghe illecite a un certo punto della loro vita e circa il 17% negli ultimi 12 mesi. L’osservazione si è concentrata sui consumatori occasionali e non abituali di droghe ricreative, intendendo con il termine ricreative quelle sostanze ad esclusivo uso “collettivo” e per ottenere uno stato di benessere, per un puro divertimento vissuto assieme ad altri. Anche il concetto di occasionalità è importante perchè definisce sia una circostanza temporale, non continuativa, sia un evento, che nel caso si riferisce ad incontri con i pari. I risultati hanno offerto un quadro diverso da quello ordinario che di norma disegna i consumatori come individui solitari, antisociali e ai margini della società . “Abbiamo riscontrato che gli utenti ricreativi si considerano diversi dalle persone dagli utenti abituali e che gli stessi valutano i benefici e i rischi di particolari droghe in una specie di gestione consapevole delle sostanze” Il team ha identificato due importanti fattori che inducono le persone all’uso di droghe ricreative: – quanto si dice sui social network – e il miglioramento delle prestazioni, forse il fattore più importante.

Ottimizzare le prestazioni, non solo nel senso fisico per cui gli utenti hanno una maggiore resistenza, ma per farli sentire più attraenti e più capaci socialmente“, ha affermato il professor Plummer, un componente il team di ricerca. “Gli utenti ricreativi sfruttano appieno i social network e riferiscono che il loro uso di droghe favorisce l’integrazione e i successivi incontri faccia a faccia, di persona” Le droghe ricreative sono quindi parte integrante della scena di un incontro, di una festa e sono utilizzate per “lubrificare” l’interazione sociale. “Dobbiamo rivedere le strategie anti-droga poiché gli utenti ricreativi vedono i loro rischi come diversi da quelli degli utenti abituali. Le attuali campagne preventive sembrano essere disconnesse dall’esperienza reale dei consumatori e questo potrebbe causare un gap di credibilità delle campagne e scarsi risultati”.

In sostanza l’impatto, la comunicazione con gli utenti è sbagliato.
Noi li qualifichiamo in modo diverso dalla realtà, per come non sono.

g.montefrancesco

Amary Mey, David Plummer, Shailendra Anoopkumar-Dukie, Amber Domberelli. What’s the attraction? Social connectedness as a driver of recreational drug use. Journal of Substance Use, 2017; 1 DOI: 10.1080/14659891.2017.1409816