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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Masturbazione femminile: corrette istruzioni per l’uso

...iniziai ad usare il vibratore quando frequentavo il college. Mi sentivo una donna sessualmente emancipata ma non avrei mai creduto di arrivare a questo. Inizialmente funzionava tutto molto bene. forse troppo. Nel giro di un mese avevo difficoltà a raggiungere l’orgasmo con il mio ragazzo, con il passare del tempo nessuna stimolazione, nè manuale, nè attraverso un rapporto sessuale riusciva a farmi provare piacere

..Buttai il vibratore nel cestino. Ancora oggi, passati 10 anni raggiungo con grande difficoltà l’orgasmo se non con una stimolazione intensa. Successivamente, la mia esperienza è continuata con l’utilizzo di materiale pornografico. Attraverso i filmati erotici, masturbandomi, raggiungevo con grande facilità l’orgasmo tanto lo stimolo era intenso.. Tutto era molto bello e lontano dalla vita reale.. Un giorno ho detto di no, meglio il sesso vero, anche se imperfetto.

La masturbazione è una pratica importantissima per conoscere meglio il nostro corpo e guidare se stessi e l’altro verso un piacere ricercato e condiviso. Può essere praticata da sole oppure con il partner e può essere guidata da fantasie erotiche e/o accompagnata dall’utilizzo di vibratori o dal semplice utilizzo delle dita proprie o dell’amato. In alcune persone, come ci racconta la storia di D. 30 anni, l’utilizzo di vibratori nella pratica masturbatoria femminile può diventare un vortice pervasivo che, come tutte le altre forme di dipendenze, porta all’inseguimento di un piacere sempre più intenso e mai raggiungibile.

Dopo un prolungato utilizzo del vibratore, raggiungere l’orgasmo con il proprio compagno, o attraverso la pratica masturbatoria, diventa sempre più difficile.

Questa anestesia sessuale può essere compresa facendo meglio riferimento a quelle aree cerebrali che normalmente sono implicate negli altri tipi di dipendenza: il sistema del piacere e della ricompensa, che viene attivato stimolando il rilascio di dopamina in una specifica zona dell’encefalo chiamata nucleo accumbens. La dopamina, sostanza chimica presente nel nostro cervello, ci permette di provare piacere e di essere motivati a fare le cose che ci piacciono (fare sesso, mangiare, ascoltare musica)

Se il sistema viene stimolato in modo smisurato, si instaura il meccanismo della tolleranza, con una quantità di dopamina non sufficiente a produrre piacere /benessere e la persona avrà bisogno di dosi sempre maggiori di sostanze o di particolari comportamenti come l’utilizzo di vibratori in questo caso – per riprovare le sensazioni di benessere. A questo punto si pongono le fondamenta per l’instaurarsi di una dipendenza.

Dipendenza, dunque come massimizzazione di una convenienza, di un viaggio sfrenato verso la magnificazione di una prestazione che altrimenti si rivelerebbe forse un flop??

I dati sono comunque allarmanti, sostiene la dott.ssa Barrett psicologa presso l’Harvard Medical School, che con la definizione di Supernormal Stimuli, descrive una condizione caratterizzata da una sovra-stimolazione continua cui siamo sottoposti e ci costringe a scegliere quasi sempre l’eccessività come metro di misura, di giudizio e di scelta. Il piacere sessuale viene così amplificato attraverso l’uso di vibratori, di sostanze e di materiale pornografico. Tornare indietro è difficile, poichè l’eccessiva stimolazione delle aree cerebrali sopra descritte determina una memoria nel nostro cervello, che ci porta a preferire stimoli forti, tutto il resto diventa noia.

I disturbi della sfera del desiderio sono così in esponenziale aumento, conferma la dott.ssa Barrett, parallelamente all’incessante aumento dell’industria del sesso.

Fonte

dott.ssa Francesca Targi