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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Perchè è così difficile controllare il consumo di cocaina.

Un recente esperimento pare suggerire una risposta.
I ricercatori hanno studiato l’effetto di cocaina su due tipi di neuroni nel cervello del topo.
Un tipo di neurone interagisce con la dopamina attraverso recettori chiamati DR1 per cui vengono detti anche neuroni dell’urgenza. L’altro tipo si tratta di neuroni “accolgono” la dopamina attraverso recettori dopaminergici di tipo 2 per cui vengono detti anche neuroni di controllo. Questi due tipi neuronali seguono a differenti percorsi cerebrali e hanno effetti opposti quando attivati. Entrambi i neuroni, dell’urgenza e del controllo sono situati nel nucleo accumbens cerebrale e normalmente lavorano insieme per promuovere sane scelte comportamentali.

I neuroni dell’urgenza favoriscono, determinano ricompensa e piacere e quindi danno motivo all’individuo di ripetere e memorizzare questa esperienze gratificanti. Il motivo si traduce quindi in azione e letteralmente l’individuo si muove, si avvia verso le circostanze, i luoghi che consentono di ripetere l’esperienza. Ovviamente tutto questo viene memorizzato. Bisogna anche aggiungere che questa è la normale condizione dell’uomo quando apprende il senso del guadagno, il benessere ovvero tutte le esperienze che lo gratificano. Le droghe semplicemente amplificano enormemente questi effetti.

I neuroni del controllo attenuano la ricompensa, l’euforia e inibiscono i comportamenti associati con esperienze negative. Come dire che frenano l’individuo ad andare a ripetere l’esperienza negativa o non piacevole.
Nell’esperimento, quando i ricercatori hanno somministrato la cocaina agli animali, i neuroni dell’urgenza hanno aumentato la loro attività a differenza del controllo per cui gli effetti si sono spostati nettamente in favore dei primi. Alla prima somministrazione questo squilibrio era di breve durata. Infatti dopo 25 minuti, l’attività dei loro neuroni dell’urgenza era stabilizzata e il rapporto urgenza/controllo era ritornato a livello di pre-assunzione di cocaina. Al contrario, quando i ricercatori risomministravano una nuova dose di cocaina ai topi che ne avevano già assunto molte altre, lo squilibrio persisteva molto più lungo. Il livello di attività dei neuroni dell’urgenza continuava a crescere e predominare sui neuroni di controllo per l’intero periodo di osservazione.

I ricercatori ritengono che questa stessa dinamica si verifichi nel cervello umano. Per tale ragione, la persona che assume cocaina sperimenta un desiderio urgente ed impellente di prendere sempre più sostanza, con ridotta capacità di controllare l’uso. In un primo momento questa condizione dura solo per breve periodo di tempo ma dopo un uso cronico diventa l’incontrollabilità permanente. Con il risultato che l’uso iniziale od occasionale di cocaina evolve in patologica dipendenza. Tornare indietro è molto difficile.

Montefrancesco da NIDA