Le storie

dott. Giuseppe Montefrancesco

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Storia di cocaina e di carlito.

Carlito ha reagito in un modo tipico dei maschi votati al lavoro salariato alienante: ha tentato di uccidersi la memoria (ingerendo alcol) e di ritrovare le sensazioni perse sniffando ventisei grammi di cocaina a settimana ; dose da suicidio
Quindi la cocaina è la droga del successo poiché produce nei suoi consumatori le reazioni che loro attribuiscono razionalmente alle situazioni di successo, caratterizzate dal controllo delle pulsioni emotive. In un certo senso possiamo dire che il cocainomane trova nella gratificazione sensazionale della cocaina quella gratificazione che pensa di dover sentire ogni volta che ha successo…

Carlito, racconta:
“Quando pippi la coca ti senti in grado di poter fare qualsiasi cosa…puoi fare tutto.
Ti viene l’occhio di fuori, due spilli…sei forte…e soprattutto ti senti lucido.
Poi il gesto, ordinato (mima il taglio della dose) tatatata…fai le strisce…le fai grosse, le fai grasse e poi…è una cosa incredibile.
Quando stai male però è allucinante…stai male, ti fa male lo stomaco…io sono andato pure in collasso durante il militare…m’hanno ripreso a cazzotti sul cuore…poi tutto il resto è niente…questi bimbetti che si sfondano di amfetamine, di pasticche…io le ho prese le pasticche e le pasticche non ti fanno niente…la coca invece sì che ti fa (si gonfia) ti fa sentire grande.

Da Linguaggio e droga
Scritto da F. Sanna e liberamente tratto dalla ricerca “Linguaggio e droga” commissionato dal Centro Studi Dipendenze Patologiche, maggio 2006.