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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Cannabis nella pratica clinica

—  Nella pratica clinica spesso accade di dover consigliare l’uso della marijuana al fine di aiutare qualche paziente a ridurre l’uso di sostanze potenzialmente più dannose quali l’alcol o gli oppiacei. In verità accade soprattutto nei riguardi dell’alcol perchè come sostituto degli oppiacei od anche della cocaina ha poca efficacia. Nei riguardi del primo molto spesso i pazienti riferiscono una sorta di somiglianza degli effetti, tipo disinibizione, rilassamento e aumentata capacità relazione, senza la sequela degli spiacevoli effetti collaterali dell’alcol (ndr).

Stessa opinione e risultati vengono riportati da un recente studio condotto da Zach Walsh, professore associato di psicologia ed il suo team, e pubblicato sulla rivista Clinical Psychology Review. I ricercatori hanno esaminato tutti gli studi sulla cannabis medica e la salute mentale, così come le recensioni sull’uso non medico di cannabis, tale che, ad oggi, la review è una delle più complete sul tema. La preoccupazione della equipe di dare chiare indicazioni sulla cannabis deriva dal fatto che con molta probabilità entro il prossimo anno in Canada verrà legalizzata e quindi hanno ritenuto di dover aiutare i professionisti della salute mentale a superare i preconcetti esistenti e capire meglio i rischi e i benefici della pianta. Con la fine del proibizionismo e soprattutto quando utilizzata con finalità terapeutiche dire alla gente semplicemente di smettere potrebbe non essere più un’opzione fattibile, al contrario diverrà una necessità saper considerare la cannabis come forma di trattamento. Questa globale revisione delle ricerche sull’utilizzo medico della cannabis ha anche rilevato che secondo alcuni studi la cannabis può essere di aiuto nei confronti di sintomi depressivi, nello stress post traumatico e nell’ansia sociale. Tuttavia, la revisione ha sottolineato che l’uso di cannabis non può essere raccomandato nel disturbo bipolare e in quadri psicotici.

Non solo ma non è infrequente che la cannabis slatentizzi, faciliti la manifestazione di sintomi psicotici o disagi mentali prima non osservabili. Anche in stati elevati di ansia la cannabis non è raccomandabile potendo favorire paranoia e crisi di panico (ndr).
Comunque in linea generale, secondo Z. Walsh, la diffusa opinione, sia tra i pazienti che altri, è che la cannabis può essere considerata uno strumento di riduzione del danno (da sostanze d’abuso) e per la salute mentale ha alcune valide ragioni.

Montefrancesco

fonte Zach Walsh, Raul Gonzalez, Kim Crosby, Michelle S. Thiessen, Chris Carroll, Marcel O. Bonn-Miller, Medical cannabis and mental health: A guided systematic review. Clinical Psychology Review, 2017; 51: 15 DOI: 10.1016/j.cpr.2016.10.002