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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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I cannabinoidi proteggono dall’Alzheimer

Numerosissimi studi riportano dell’ azione neuroprotettiva da parte dei cannabinoidi, inclusi gli endocannabinoidi.
Di fronte a stimoli o insulti cerebrali di vario tipo appare esserci una risposta immediata ed aumentata da parte degli endocannabinoidi a produrre una protezione cerebrale endogena.

L’azione protettiva potrebbe derivare anche dal controllo da essi esercitato sugli altri neuromediatori nervosi ovvero difendono le cellule dalla sovra esposizione eventuale a questi attraverso la loro azione particolare inibitoria.
Gli endocannabinoidi sono sostanze chimiche prodotte naturalmente dall’organismo ove hanno complesse azioni nei processi fisiologici. Esse sono diffusamente presenti nel Sistema Nervoso Centrale od anche fuori da esso. Quando i cannabinoidi vengono assunti come prodotti della cannabis (i fitocannabinoidi, ovvero marijuana, haschisc, olio) danno effetti psicoattivi , assieme ad altri effetti, simulando e amplificando l’azione di queste sostanze endogene. Tra gli elementi patognomonici che caratterizzano la malattia di all’Alzheimer vi è l’accumulo della proteina beta-amiloide all’interno delle cellule nervose che forma vere e proprie placche di deposito che progressivamente avviano e determina questa malattia neuro degenerativa. Impedire o inibire tale aggregazione e migliorare la funzione mitocondriale vorrebbe dire impedire la progressione della malattia e i suoi devastanti effetti sulla memoria e la cognitività. Già precedenti studi avevano mostrato che il THC era in grado, al pari di quanto fanno gli endocannabinoidi (attraverso l’attivazione sia dei recettori CB1 e CB2) di ridurre l’accumulo della proteina beta-amiloide e cosi potrebbero fare presumibilmente, analoghi, sintetici dei cannabinoidi.
L’attuale ricerca, pubblicata su Aging and Mechanisms of Disease, nel numero di giugno sembra confermare questi dati. Se pure in modelli di laboratorio, che in ogni caso andranno testati in ricerche cliniche, il thc ed analoghi di questo sono in grado di ridurre l’infiammazione delle cellule nervose, l’accumulo conseguente di beta amiloide e la morte neuronale. Per quanto riportato il cannabinoide sintetico utilizzato nella ricerca è il J147 .

Journal Reference:
1. Antonio Currais, Oswald Quehenberger, Aaron M Armando, Daniel Daugherty, Pam Maher, David Schubert. Amyloid proteotoxicity initiates an inflammatory response blocked by cannabinoids. npj Aging and Mechanisms of Disease, 2016; 2: 16012 DOI:10.1038/npjamd.2016.12
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