News

dott. Giuseppe Montefrancesco

Responsabile del sito
Dott. Giuseppe Montefrancesco

[ VAI a tutte le NEWS ]

La cannabis nell’alcolismo ?

E’ questa la domanda a cui ha tentato di dare una risposta M. Sabina Subbaraman, ricercatrice dell’Alcohol Research Group della California, realizzando una revisione e un’ analisi della letteratura scientifica che negli ultimi anni si è occupata di alcolismo e delle sue possibili terapie sostitutive
Il tema, specialmente negli Stati Uniti, riveste un’ importanza sempre più centrale se non altro per le recenti leggi che in alcuni stati hanno reso legale l’uso della cannabis a scopi terapeutici e non (come negli stati di Colorado e Washington), esponendo la popolazione, alcolisti compresi, a maggiori possibilità di utilizzo di questa sostanza.
Il punto di partenza della Subbaraman è stato il recupero dei 7 criteri con cui Chick e Nutt nel 2012 hanno descritto le caratteristiche che rendono una sostanza in grado di realizzare una terapia sostitutiva per l’alcolismo:
1) dovrebbe ridurre l’uso di alcol e i danni ad esso correlati;
2) non dovrebbe determinare danni o almeno essere meno dannosa dell’alcol;
3) il suo abuso dovrebbe essere minore rispetto a quello dell’alcol;
4) dovrebbe essere dimostrato che il suo uso è realizzato in sostituzione all’alcol e non associato ad esso;
5) un suo sovradosaggio dovrebbe essere più sicuro di quello dell’alcol;
6) non dovrebbe potenziare gli effetti dell’alcol;
7) dovrebbe offrire significativi benefici economici per la salute.

Secondo questi criteri, Chick e Nutt, hanno identificato nelle benzodiazepine e negli agonisti GABAergici i farmaci più promettenti nella realizzazione di una terapia sostitutiva dell’alcolismo.
Allo stesso tempo, però, la Subbaraman ricorda come altri studi abbiano chiarito che le benzodiazepine sono in grado di prolungare il rischio di ricaduta e che parallelamente gli agonisti GABAergici come il Baclofen, se da una lato riducono l’abuso di alcol e migliorano le funzioni epatiche, dall’altro aumentano la sonnolenza alcol-correlata e possono condizionare gravemente le capacità funzionali dell’individuo. Inoltre alcuni agonisti GABAergici come il Clometiazolo possono addirittura diventare fatali se associati ad alcol. Sulla base di queste evidenze si pongono gli studi realizzati nel 2005 da Charlton in cui egli propone l’uso di cannabis come una terapia sostitutiva più sicura rispetto alle benzodiazepine e agli agonisti GABA, pur definendo la propria come un’idea troppo radicale.

Le odierne possibilità legate all’uso terapeutico della cannabis hanno però reso questa idea meno radicale e indotto la Subbaraman a passare la cannabis al vaglio dei sette criteri di Chick e Nutt e a valutarne così le reali potenzialità nella terapia sostitutiva. In particolare, la ricercatrice dell’Alcohol Research Group, ha raccolto e analizzato la letteratura che desse indicazioni a proposito dell’aderenza della cannabis a questi criteri: tutti i criteri sono risultati soddisfatti o parzialmente soddisfatti (nel senso che la maggior parte degli studi verteva a loro favore, ma non la totalità) ad eccezione del sesto. Stando a questo risultato saremmo immediatamente portati a pensare che la cannabis rappresenti una più che valida terapia sostitutiva, cosa che almeno al momento nessuno è in grado di dire con certezza. E’ necessario infatti chiarire come gli studi presi in considerazione dalla Subbaraman, seppure in grado di soddisfare i sette criteri, non si siano occupati di valutare i danni e l’impatto a lungo termine sulla qualità della vita che la cannabis può determinare. Inoltre nessuno di essi definisce nel dettaglio se l’uso di cannabis possa effettivamente ridurre l’abuso di alcol nell’alcolista nè tiene conto dei fattori individuali (come la gravità dell’abuso) che potrebbero condizionare ulteriormente questo tipo di terapia sostitutiva.
Alla luce di queste considerazioni è evidente come al momento non si disponga di un modello definitivo in grado di chiarire il rapporto tra cannabis e alcolismo che possa consentire la prescrizione di questa sostanza come terapia sostitutiva. Si dovranno perciò realizzare ulteriori studi che valutino anche i fattori di cui quelli fin qui realizzati non hanno tenuto conto, prima di poter trarre delle conclusioni che volgano a favore o contro questo tipo di terapia sostitutiva.

Mattia Bozzelli, studente di medicina
Fonti:
– Meenakshi Sabina Subbaraman – Can Cannabis be Considered a Substitute Medication for Alcohol?
– Alcohol and Alcoholism, Vol. 49, No. 3, pp. 292 298, 2014.
– Chick J, Nutt DJ. – Substitution therapy for alcoholism: time for a reappraisal?
– Journal of Psychopharmacology, 26: 205 212, 2012. – Charlton BG – Diazepam with your dinner, sir? The lifestyle drug-substitution strategy: a radical alcohol policy – QJM 98: 457 459, 2015.