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dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Psicosi e uso di cannabis.

Ancora una ricerca indica che è particolarmente rischioso continuare ad utilizzare i prodotti della cannabis (marijuana, hashish, olio) dopo un episodio psicotico giacchè vi è una elevata probabilità di riavere una recidiva. Se pure viene sottolineato che alla base dell’episodio psicotico potrebbe esserci una individuale genetica predisposizione (fragilità) a questa condizione o anche che la psicosi aumenta il rischio d’uso della cannabis e quindi la sua stessa espressione, è anche detto che la recidiva sia dovuta all’odierno differente uso della sostanza stessa. Questi risultati hanno ovviamente importanti implicazioni nella pratica clinica e mettono in evidenza la necessità di sviluppare strategie di riduzione dei rischi del consumo di cannabis in persone con disturbi psicotici.

Allo studio hanno partecipato 90 donne e 130 uomini (età media, 29 anni), seguiti per almeno 2 anni dopo un primo episodio psicotico. Il tasso di recidiva è risultato: – più alto (59,1%), per gli individui che avevano continuato ad usare cannabis dopo il primo episodio; – più basso (28,5%) per quelli che non avevano più fatto uso di cannabis; – pari al 36,0%, quindi tra i primi due, per quelli che avevano usato la sostanza in modo non continuativo. Quando anche erano stati considerati ulteriori fattori variabili nel tempo, come altre droghe illegali, l’uso antipsicotici, la genetica e l’ambiente, il rischio di psicosi recidiva era comunque più elevato del 13% durante i periodi di consumo di cannabis.

Comunque, secondo gli Autori dello studio sarebbe sbagliato concludere che tutta la marijuana è dannosa e che tutta la marijuana causa psicosi. Molti studi hanno dimostrato un possibile correlazione tra la sostanza e il manifestarsi di questi disagi ma è anche importante considerare che la cannabis è una droga eterogenea. Ha molti principi attivi ( i soli cannabinoidi sono più di 60) e soprattutto, attualmente, è “sbilanciato” il rapporto tra il THC rispetto e gli altri componenti. Ciò pare sia il motivo della frequente associazione tra uso di marijuana e psicosi (o sua recidiva).
Infatti la maggior parte della cannabis che viene utilizzata in strada o proviene da dispensari di cannabis in cui vi sono livelli molto elevati di THC ed assieme concentrazioni piuttosto ridotte di tutti gli altri cannabinoidi. Per questo si osservano quadri psicotici perchè l’azione THC non viene mitigata, “controllata” ad es. dal cannabidiolo (CBD) che ha, al contrario, attività antipsicotica.

JAMA Psychiatry. Published online September 28, 2016.

La marijuana con elevato THC può fare più danni?
Che il contenuto di THC nei prodotti della cannabis (marijuana, haschisc, olio) sia realmente aumentato, questo è certamente vero.
Dagli anni novanta in poi. Non è molto chiaro se tale aumento sia stato accompagnato da un aumento di tutti gli altri principi attivi ed in particolar modo del cannabidiolo che secondo molte ricerche è in grado di contenere gli effetti (moderare) del solo THC. Gli effetti possono anche presentarsi in modo limitato in dipendenza della tolleranza del consumatore se cioè è più o meno abituato a fumare.
Nei fumatori che iniziano tale pratica, un maggior contenuto di THC può esprimersi sia in effetti ricercati (piacevoli) più potenti e lo stesso si può prevedere per quelli collaterali ovvero maggiore ansia, o paranoia, o allucinazioni o depressione. Danno preoccupazioni l’eventuale espressione di disturbi psicotici soprattutto in pazienti con preesistente disturbo o anche con parenti di primo grado con questa condizione. Va aggiunto che secondo alcuni, rispetto allo sviluppo di psicosi, in realtà, se pure fosse certo un nesso di causalità, l’uso della cannabis avrebbe un impatto modesto sull’aumento di casi nuovi; in ogni caso questo tipo di rischio va comunicato ai consumatori Ovviamente fumare “molto”, diventare un fumatore pesante, assieme ad un prodotto con maggiori concentrazioni del suo principio attivo, può favorire lo sviluppo di dipendenza e modificare in qualche modo il comportamento complessivo.

Montefrancesco