Le storie

dott. Giuseppe Montefrancesco

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Dott. Giuseppe Montefrancesco

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Un gioco innocente, “Il bacio della morte”.

ono Carlo…fumo da quando ho 16 anni, adesso ne ho 24 e sinceramente amo fumare, la marijuana mi rilassa, mi fa sentire bene. Penso di non poter stare senza la mia erba e la mattina, dopo il caffè, prepararmi una canna è per me un rituale catartico, il mio personale “saluto al sole”. Ritengo però che fumare non abbia gli stessi effetti su tutti. Alcuni miei amici infatti quando decidono anche solo di fare un paio di tiri, si sentono male. Non parlo però della Gangia, parlo di fumo nero, detto cioccolato e che francamente non mi piace. Dicono che vanno in paranoia e che iniziano a pensare a strane cose che angosciano. Non saprei dire quale sia la causa scatenante ma sospetto che in fondo si sentano in colpa e si auto-lesionino con questi pensieri perché non accettano di aver fumato.

Alcuni anni, durante una classica serata al fondo, un garage che frequento con gli amici fin da quando siamo piccoli, ho visto un amico in preda ad un attacco di panico dopo aver fumato. Aveva appena fatto un “kiss”, un kiss è quando reciprocamente e a turno soffi e respiri il fumo del partner dando un bacio. Un gioco da ragazzi, una stupidata che ti fa stare in apnea mantenendo il respiro per alcuni secondi per poi liberare i polmoni pieni di fumo. La sensazione che ti dà è più forte, una sorta di eccitazione particolare con giramento di testa e tachicardia. Il mio amico però si è spaventato e ha creduto di morire perché la tachicardia è stata troppo forte. Quando con gli altri ragazzi abbiamo visto che si stava contorcendo, tremava e ripeteva che stava per morire, ha iniziato anche a farneticare, a pregare, a invocare santi, era in stato confusionale. Sembrava diventato pazzo! Diceva di sentire freddo e che noi non eravamo lì per aiutarlo ma che eravamo dei vampiri! Ha cercato anche di buttarsi dalla finestra perché voleva scappare. Era in preda alla paura. Non scorderò mai i suoi occhi sbarrati e il volto teso e impaurito. E’ stata una serata triste per tutti. Ci sono volute molte ore per calmarlo, grazie alla sua ragazza che lo chiamava per nome insistentemente come per svegliarlo dal quello stato di trance. Abbiamo pensato di chiamare un’ ambulanza, ma avevamo paura e quindi abbiamo aspettato che si calmasse da solo. Lui non ha avuto più problemi da allora, ha smesso di fumare e non ne vuole nemmeno sentir parlare. E’ contrario a tutte le droghe per fortuna è rimasta la stessa persona, simpatica, allegra, positiva. Anche se forse ci va giù un po’ pesantemente con il vino durante i week-end!

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