Le storie

dott. Giuseppe Montefrancesco

Responsabile del sito
Dott. Giuseppe Montefrancesco

[ VAI a tutte le STORIE ]

Un ragazzo promettente

A 14 anni era considerato un ragazzo promettente: intelligenza vivace, buona cultura generale, tanto che la scuola media del paesino in cui abitava l’aveva selezionato tra gli alunni di tutta la scuola per la partecipazione a un programma televisivo dell’epoca “ Chi sa chi lo sa? “

Erano gli anni 70, e l’eco del 68 arrivò anche lì, paese di 10,000 anime adagiato sul mare, all’ombra di una grande fabbrica chimica che dava da mangiare a tutti; le vibrazioni di quell’eco erano così forti che il ragazzo figlio di comunisti le assorbì così intensamente che da ragazzino “per bene”
a 15 anni aveva già avuto esperienza con le canne e gli acidi, i suoi capelli arrivavano alle spalle e parlava di rivoluzione come se dovesse arrivare a giorni.

A 16 anni l’esperienza con l’eroina e il primo buco lo raccontava come il più bello della sua vita e dopo pochi mesi da quella prima volta nel paese era già considerato un drogato.
Io l’ho conosciuto in quella fase, io, di buona famiglia cresciuta nell’ipocrisia cattolica e benpensante, una mattina faccio brucia a scuola con “questo” e in un giorno scopro che un’altro mondo esiste, che c’è un cantante di nome Guccini che canta:“ sono un tipo antisociale, non mi importa mai di niente, non mi importa del giudizio della gente…”
Scopro che le droghe girano anche nel nostro paesino del cazzo e che il ragazzo le usa… tutte… tutte quelle che riesce a trovare.

Come resistere a uno così?

Uno che di fronte ad un cipresso forgiato a spirale dice :
“vedi l’uomo “ – questo sa fare , piegare anche la natura ai suoi bisogni.
Uno così che dice che mai avrebbe voluto finire a lavorare in fabbrica e a fare l’amore il sabato sera perchè la domenica si dorme.

Come resistere a uno così?

A 17 anni dipendeva dalla roba almeno per 2 volte al giorno, non c’erano i Sert negli anni 70 nel paesino, bisognava arrangiarsi. Piccoli furti, un po’ di spaccio, qualche lavoretto a nero per rimediare una dose. Lascia la scuola, il liceo è una merda, i professori detentori di una cultura repressiva, la politica corrotta.
Il ragazzo promettente con intelligenza vivace è sempre “ fatto “. Il suo primo pensiero al mattino è “ farsi “… tutto il resto viene dopo.
Tutto il resto viene dopo… anch’io.

Come resistere con uno così?

Aveva 32 anni quando è morto. E’ morto in una notte d’estate, il 118 l’ha trovato accasciato a terra, la testa appoggiata alla panchina del giardino pubblico del paesino dove ha sempre vissuto.
Su quella panchina il ragazzo ci si faceva, su quella panchina con quel ragazzo ci siamo baciati, su quella panchina ci siamo lasciati, su quella panchina, ancora oggi i ragazzi del paesino si inventano la vita.

Sono ora quella che non ha scelto lui.