Le storie

dott. Giuseppe Montefrancesco

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Il peso di una promessa tradita

C’era una volta un piccolo bambino in cui i suoi genitori l’hanno chiamato Michele. I suoi genitori essendo che é l’unico figlio maschio avevano fatto tanti progetti su di lui fino all’età di 15 anni erano fieri di questo bambino perché dava parecchie soddisfazioni a se stesso ai suoi familiari e a un certo punto a l’età di 16 anni a dato un cambiamento alla sua vita distruggendo nel corso di 10 anni tutto quello che aveva creato dando tanta di quella delusione a se stesso che la famiglia perdendo tutta la fiducia nel commercio del padre e così facendo nel navigare nelle sostanze a causato parecchi problemi a se stesso conoscendo ragazzi di strada e commettere reati e poi trovarsi in carcere molte volte.

L’ultima volta che avevo visto mio padre e stato il 1997 stava meno male aveva un tumore hai polmoni stava in uno stato pietoso voleva che il sottoscritto diventava responsabile come lo era quando era piccolo ci feci una promessa prima di morire ma ho fallito anche in quella promessa fatta a a mio padre e da allora sono ritornato a fare le stesse cose le mie tre sorelle insieme a mia madre hanno cercato di portare avanti il commercio della bonanima di mio padre non avendo tante capacità dopo anni hanno fatto la scelta di chiudere tutto, però con tutto ciò le stimo e li voglio bene perché ancora tutto ora portano avanti le loro responsabilità in quando il sottoscritto oggi ha 40 anni e deve ancora farsi una vita io oggi sono ancora qui a pagare il mio debito con lo stato sono 4 anni che penso sempre la stessa cosa di mettercela tutta questa volta e dare una volta e per sempre una svolta alla mia vita vorrei che questa favola oggi si trasformasse in realtà dei fatti mi mancano altri due anni per mettere definitivamente i piedi fuori nel frattempo sono qui a maturare la mia personalità una volta e per sempre sono ottimista nel mio cambiamento spero che domani la società mi accetti per quello che sono non per quello che ero indietro non si può ritornare e bisogna andare avanti e per andare avanti bisogna andare oltre a quel muro dove ci attende la nostra libertà.

M. (detenuto)